Lino Banfi su Laura Antonelli: “Di solitudine si può morire”
Lino Banfi oggi era impegnato in Senato per la giornata dell'Infanzia quando ha saputo della morte di Laura Antonelli. Era nel pieno della sua giornata istituzionale quando "Nonno Libero" ha saputo la notizia, lui che è stato uno dei pochi amici veri rimasti accanto a Laura Antonelli:
Se oggi qui avessi detto due parole avrei parlato certo di Nonno Libero, e come tale è giusto che mi occupi anche di infanzia, ma avrei anche detto ai giovani: non rimanete mai soli, affidatevi sempre a qualcuno, la solitudine è brutta. Di solitudine si puo' morire.
Lino Banfi la incontrò di nuovo cinque anni fa, quando scrisse all'allora ministro della Cultura Sandro Bondi e al premier Silvio Berlusconi, affinché non dimenticassero la Antonelli e facessero qualcosa per aiutarla.
Scrissi quella lettera perché facessero qualcosa affinché non finisse in totale miseria, ma non è stato possibile fare niente e capii di aver fatto anche un danno nel bene, perche' in quel modo si era saputo del suo indirizzo.
Lino Banfi ricorda anche che era completamente fuori dal mondo perché "non vedeva più la televisione da trent'anni, ascoltava ormai solo Radio Maria". E poi un aneddoto:
Abbiamo pianto e riso quando le ho rammentato una parte in cui l'ho fatta recitare in pugliese, perché faceva mia moglie. Hanno approfittato della sua bontà e della sua fragilità, tutti, parrucchieri, registi presunti, addirittura i parenti.
Lino Banfi è stato cercato proprio da Laura Antonelli in punto di morte. Stando a quanto raccontato dall'assessore ai servizi sociali di Ladispoli Roberto Ussia, l'attrice avrebbe scritto un biglietto da consegnare al fratello Claudio, ad uno dei parroci di Ladispoli, all'ex attrice Claudia Koll e proprio all'attore pugliese.