Lizzani suicida come Monicelli, di lui disse: “Un gesto da lucidità giovane”
Era il 2010 quando Mario Monicelli si suicidò gettandosi dalla finestra del reparto di Urologia dell'ospedale San Giovanni di Roma, stroncando la sua vita a 95 anni. Una morte che lasciò l'opinione pubblica sconvolta, ma che fu compresa dalle persone che conoscevano bene il regista de "I soliti ignoti". La storia si ripete e a tre anni dalla tragedia di Monicelli anche Carlo Lizzani decide di togliersi la vita. Una fine analoga, il regista 91enne decide di morire gettandosi dal balcone del terzo piano di Via Gracchi a Roma, dove abitava. Il destino dei due registi si incrocia e richiama delle circostanze troppo simili per passare inosservate. Un suicidio inatteso e che arriva spazzando via la vita di un uomo che in tanti stimavano ed amavano. Il volo nel vuoto di Carlo, dopo quello di Mario; Lizzani aveva commentato la scelta di morire di Monicelli, avvenuta tre anni fa:
Monicelli era un super laico, uno che voleva gestire la sua vita fino in fondo, un gesto da lucidità giovane.. Quello che fa capire quale sia stata la sua statura è la sua durata nel tempo, nella storia del cinema italiano… È riuscito sempre a stare a passo con il tempo.
La lucidità di Mario ha contagiato anche Carlo. Lizzani è stato l'ultimo baluardo di quel Neoralismo raccontato con entusiasmo, sembrando sempre un giovanotto pur con i suoi 91 anni. Gli anni migliori del cinema italiano vissuti a tutto tondo da Lizzani, dietro la macchina da presa ma anche in maniera distaccata, tra libri e docenze. Lizzani rimarrà sempre uno dei protagonisti più attenti della scuola italiana del cinema, ma soprattutto un grande osservatore.