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Maschile Singolare, Commare e Saurino: “Storia di un amore universale, non omosessuale”

Giancarlo Commare e Gianmarco Saurino sono i protagonisti di “Maschile Singolare”, film disponibile su Amazon Prime Video dal 4 giugno. I due attori si sono raccontati ai microfoni di Fanpage.it, parlando del film del loro rapporto con i fan, della popolarità e anche dei loro percorsi nel mondo della televisione e del cinema. Concordando su un concetto fondamentale: “Non esistono distinzioni, l’amore è universale”.
A cura di Ilaria Costabile
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Protagonisti del film "Maschile Singolare" disponibile dal 4 giugno su Amazon Prime Video, Giancarlo Commare e Gianmarco Saurino si sono raccontati in una chiacchierata ai microfoni di Fanpage.it. Dal lavoro fatto dietro la macchina da presa insieme ai registi Matteo Pilati e Alessandro Guida, agli episodi sul set, fino ad anticipare i progetti futuri: "Sto girando due film che vedrete tra settembre e febbraio" e "Sono tornato sul set di DOC 2", i due volti noti della serialità streaming e televisiva hanno aperto quella che in gergo si chiama la "valigia dell'attore" per svelarci qualcosa in più su questo mestiere così bello e sempre nuovo. "Il mestiere che noi due facciamo è una sorta di dono, noi creiamo qualcosa per poi metterla a disposizione di qualcun altro e credo non ci sia cosa più bella" dice il volto di Edoardo in Skam Italia. A cui segue un'ulteriore considerazione di Saurino: "Se imparo a mettermi nei panni di qualcun altro, ed è questo quello che noi facciamo, imparerò a gestire non solo le mie emozioni, ma anche quelle dell'altro". 

Maschile Singolare è un film incentrato su un amore omosessuale. Come ti sei approcciato a questo set? 

Commare: "È vero che i protagonisti di questo film sono omosessuali, ma credo che questa non sia una storia prettamente omosessuale, ma universale. Si parla di crescita personale, di amore, di amicizia. Ci sono tanti temi all’interno di questo film e sicuramente queste cose non le vivono solo gli eterosessuali o gli omosessuali. È stato il primo film che a me è arrivato senza fare un provino, senza fare la classica procedura, mi è stato messo in mano, io l’ho letto e poi ci siamo confrontati con i due registi, gli sceneggiatori, loro hanno permesso anche a noi di mettere mano alla sceneggiatura, sia prima, sia durante le riprese.

Dal film Maschile Singolare
Dal film Maschile Singolare

Sesso e seduzione sono delle chiavi importanti, ma rappresentano degli strumenti di crescita per i protagonisti, è una lettura che ti convince?

Saurino: Su Luca, per esempio, non abbiamo rimaneggiato esattamente le battute, ma l’idea che Matteo e Alessandro avevano del personaggio era di un uomo estremamente deciso, che fa un mestiere artigianale, preciso, ordinato e così si sarebbe comportato nella vita di tutti i giorni e così fa, finché non incontra Antonio. Un uomo così deciso nasconde qualcosa, no? Una fragilità, ed è quello che colpisce spesso il pubblico che guarda un film, trovare la cicatrice, il momento in cui il terreno sotto i piedi crolla. Quindi ho proposto qualcosa che nel film non si racconta, ma che secondo me, si nota. Si nota che questo personaggio, estremamente deciso, a un certo punto quando incontra quest’uomo meraviglioso si trova su un terreno sabbioso. Non lo raccontiamo, ma in alcune battute si intravede questa roba qui. Quindi sì, il sesso e la seduzione sono fondamentali, ma per la crescita di tutti i personaggi.

Come si colloca un film come Maschile Singolare in un momento in cui si parla di Ddl Zan, si cerca di sensibilizzare verso tematiche sociali e politiche così delicate e importanti 

Saurino: Quello che si potrebbe criticare al film è questo: potrebbe non essere un film di denuncia, potremmo pensare che questo non sia un film critico, a maggior ragione in questo momento. È un film che parla d’amore e in un mondo normale, finché si parla d’amore, va bene. E secondo me questo film va addirittura oltre la critica, oltre la denuncia, immagina un mondo dove questa cosa sia ovvia.

Commare: Noi adesso siamo in una posizione in cui dobbiamo lottare per avere quei diritti, nel mondo di Maschile Singolare in realtà è come se quei diritti fossero di tutti, quindi te vedi una storia che è universale proprio perché non c’è quel classico tema dell’accettazione della sessualità, la lotta, la denuncia, non c’è niente di tutto questo. È così, punto, come dovrebbe essere.

Giancarlo Commare, Edoardo Valdarnini e Gianmarco Saurino
Giancarlo Commare, Edoardo Valdarnini e Gianmarco Saurino

E voi, che rapporto avete con l’amore? Antonio nel film è un quello più romantico, Luca quello più distaccato, scafato.

Commare: Io, forse, nella vita sono più vicino a Luca.  Saurino: Io ad Antonio, pensa.

Commare: Ho fatto il mio percorso, in comune con Antonio, perché a me piace imparare dai personaggi che faccio, dalle storie che affronto. Mi piace imparare per me stesso, perché ti devi mettere nei panni di qualcuno, vivi della cose a cui non sei abituato, ti fai delle domande. Sto imparando ad amare in maniera più libera, senza paletti.

Saurino: Sono in un momento in cui sono convinto che l’amore sia una fortuna gigantesca. Quando trovi qualcuno che ti vuole bene non puoi non riconoscere il fatto che tu sia un privilegiato, perché il mondo si muove sulle corde del guadagno, dell’approfittarsi degli altri, molto individualista. Quando trovi qualcuno che invece si lascia andare e dice che ti vuole bene, non puoi non riconoscere il fatto che tu sia una persona fortunata, anche per il semplice fatto di alzarti la mattina e sai che da qualche parte nel mondo c’è qualcuno che ti ama e io sono in questo momento qua, che mi alzo la mattina e sono felice che qualcuno da qualche parte del mondo mi ama.

Avete fatto percorsi simili, però tu Gianmarco sei uno dei volti conosciuti della fiction Rai (Che Dio ci Aiuti, DOC), mentre tu Giancarlo sei stato protagonista di una serie di successo come Skam, su Netflix. Qual è il vostro rapporto con la serialità?

Saurino: Fare le serie è meraviglioso perché ti permette di scoprire un personaggio molto più a fondo di quanto un unico film possa fare, per il semplice fatto che un film si muove in un arco temporale molto più stretto, più breve. Fare riprese per sette mesi e mantenere la concentrazione elevata, perché quello che fai tutti i giorni se è brutto non viene buttato, va in onda e quindi mantenere il rispetto che hai per questo lavoro, riuscire a mantenere risultati sempre alti è stancante, ci vuole una vita monacale. Io sono in una fase in cui ho bisogno di cambiare, perché credo che nella carriera di un attore è bene alternare.

Gianmarco Saurino è Lorenzo Lazzerini in Doc-Nelle tue mani
Gianmarco Saurino è Lorenzo Lazzerini in Doc-Nelle tue mani

Commare: Mi trovo pienamente d’accordo con quello che ha detto. Io ho fatto un'esperienza di 18 mesi (Il Paradiso delle Signore) lì si corre e in 50 minuti devi portare la puntata a casa, non è semplice. Skam è stata una bellissima bolla perché si è una serie, è una serie particolare sia per quello che si vede, anche per il lavoro che viene fatto dietro. Noi ci siamo visti prima, ci siamo conosciuti, abbiamo letto, fatto delle prove. Stavamo in una bolla sicura.

Giancarlo Commare, Edoardo in Skam Italia
Giancarlo Commare, Edoardo in Skam Italia

Protagonisti di prodotti di successo che vi hanno dato la popolarità, com’è il vostro rapporto con i fan?

Saurino: Ora bene, ma il primo periodo è stato orribile, tra le cose più brutte vissute nella mia vita. Perché sono una persona riservata, sono uno di quelli che pensa che l’attore è una cosa io ne sono un’altra, quindi quello che mi piace fare non deve essere di dominio pubblico. Col tempo l’ho messo nella casella del lavoro, è meraviglioso che qualcuno possa chiedermi di fare una foto, magari mentre aspetta fuori al teatro, scambiare due parole per il lavoro che faccio, che è il lavoro che sognavo di fare. Che c'è di più bello? Quindi, grazie!

Commare: Quando c’è uno scambio vero lì è una cosa meravigliosa, ti ringraziano per il lavoro che hai fatto, si fanno la foto, c’è una sorta di riconoscimento, ed è una cosa bellissima, perché significa che abbiamo raggiunto un obiettivo. Spesso la parte negativa è che a volte ti senti un po’ l’oggetto della situazione. Lo capisco che si può essere fregati dalla timidezza, l’imbarazzo quindi non è che ci rimango male, però spesso e volentieri né ciao, né come stai arrivano col telefonino, facciamo la foto? E se ne vanno. E ti chiedi: cosa è successo? Chi era?

Gianmarco hai parlato di teatro, di recente hai detto che ritieni sia importante che il teatro possa essere insegnato nelle scuole. Pensi possa essere un valore aggiunto per i più giovani?

Saurino: Sì, perché io penso che oltre alla funzione culturale che ha da 2000 anni, oltre ad avere una funzione di intrattenimento, abbia una funzione sociale. Nasce per educare. Sono sempre stato convinto che il teatro nelle scuole debba essere una materia di insegnamento, per un semplice motivo, perché se io imparo a mettermi nei panni di qualcun altro, capirò cosa significa non solo gestire le mie emozioni, ma anche quelle dell'altro. Quindi vedere un telegiornale non diventa solo una questione informativa, ma diventa una questione di fatti. Cos'è successo? Chi c'era? Chi c'è in mezzo al mare dove vado a fare il bagno? Cosa vuol dire fuggire, non è un discorso di politica, ma che riguarda gli esseri umani, prima di tutto. Noi siamo animali empatici, ed è l'empatia che ci differenzia dagli animali. È assurdo che questo Paese non riconosca al teatro la dignità che ha.

Commare: Nella nostra società tutto questo viene molto meno. Ecco perché oggi, più di prima, è fondamentale inserire il teatro nelle scuole, se da piccolo mi abituo a mettermi nei panni di qualcun altro, non credo che esisterebbero dei bulli a scuola. Perché se io imparo che facendo del male a qualcuno creo delle conseguenze negative su quella persona, credo che questa possa essere una grande conquista. Nonostante si dice che il teatro sia morto, se fossimo persone intelligenti non lo permetteremmo.

Tornando al film, è uscito in streaming, quanto pesa l’assenza della sala?

Commare: C’è stata l’anteprima a Torino e per me è stata una grandissima fortuna, da attore di quel film stare nella stessa sala a vederlo insieme al pubblico, il primo pubblico di questo film, e la cosa più bella che mi è successa in quella serata è stata percepire in diretta la reazione del pubblico a quello che noi avevamo fatto e questo creava un’energia. È ovvio che un po’ pesa, perché il cinema lo vedi a casa tranquillamente, ne puoi usufruire, può arrivarti comunque, però è l’esperienza della comunità che viene meno e che secondo me è molto importante, non tanto per il film, per quello che il film può dirti può trasmetterti, ma proprio l’idea di vivere quella stessa esperienza insieme.

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