video suggerito
video suggerito

Meryl Streep: “Miranda Priestly non è Anna Wintour, ecco come ho creato quel personaggio”

Il film “Il diavolo veste Prada” ha potuto contare sull’enorme talento di Meryl Streep che ha interpretato il ruolo di Miranda Priestly. In un’intervista rilasciata a Variety, l’attrice ha sfatato il mito secondo il quale si sarebbe ispirata ad Anna Wintour per dare vita al suo personaggio. Ecco come è nata realmente la glaciale direttrice di Runway.
A cura di D.S.
37 CONDIVISIONI
Immagine

Il film "Il diavolo veste Prada" festeggerà quest'anno 10 anni dall'uscita nelle sale. In occasione di questa importante ricorrenza, Meryl Streep ha rilasciato una lunga intervista a Variety, nella quale ha svelato alcuni retroscena inediti della pellicola.

L'attrice ha, innanzitutto, sfatato un mito. Da sempre, infatti, circola l'indiscrezione secondo la quale per dare vita al personaggio di Miranda Priestly, direttrice della prestigiosa rivista di moda Runway, Meryl Streep si sarebbe ispirata alla direttrice di Vogue Anna Wintour. Le cose, però, sembrano stare diversamente.

"Per creare Miranda Priestly non mi sono basata su Anna Wintour. Ho preso la voce da Clint Eastwood. Lui non alza mai, mai, mai la voce. Così tutti sono costretti a chinarsi verso lui per ascoltarlo e diventa automaticamente la persona più potente nella stanza. Eastwood, però, non è divertente. Quel lato del carattere di Miranda Priestly l'ho rubato da Mike Nichols. Il modo in cui fa anche l'osservazione più crudele, con un pizzico di ironia che porta il pubblico a ridere. La camminata, invece, temo che sia mia. L'aspetto è un incrocio tra Carmen Dell’Orefice e l'eleganza autoritaria di Christine Lagarde".

Meryl Streep: "All'inizio dissi di no a ‘Il diavolo veste Prada', la cifra che mi offrirono era un insulto"

L'attrice ha svelato, infine, che in un primo momento si rifiutò di interpretare il personaggio di Miranda Priestly, nel film ‘Il diavolo veste Prada‘. La cifra che le offrirono le sembrò un insulto.

"L'offerta che mi fecero, secondo me, era un insulto, non rifletteva il vero valore che avevo in quel progetto. Quello fu il momento in cui pensai di andarmene. Poi raddoppiarono l'offerta. Avevo 55 anni all'epoca e avevo appena imparato, con estremo ritardo, come trattare a mio favore".

Video thumbnail
37 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views