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Michael Jackson, le parole di Marlon Brando nel 1994: “Mi convinsi della sua pedofilia”

Spunta una deposizione del 1994 in cui l’attore, allora in rapporti molto stretti con Jackson per una sintonia lavorativa e personale, rivela ai magistrati di essersi convinto che la popstar avesse qualcosa a che fare con la pedofilia nel corso di una cena a Neverland, ospite della popstar americana.
A cura di A. P.
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A dieci anni dalla morte di Michael Jackson, emerge una dichiarazione di Marlon Brando che va nuovamente a scavare nella vicenda più torbida riferita alla "mitologia" della popstar per eccellenza. Il Los Angeles Times ha annunciato che nell'episodio finale di un podcast realizzato da Brandon Ogbor, ‘Telephone Stories: The Trials of Michael Jackson' verrà svelato un documento riferito a una dichiarazione spontanea ai magistrati che Marlon Brando fece nel 1994, quando Jackson si trovava sotto indagine per presunte molestie ai danni di un ragazzino.

L'attore al tempo fu convocato dai magistrati in qualità di persona interessata, perché in quegli anni era noto il particolare rapporto che lo legava a Jackson. Tra i due si era sviluppata una sintonia artistica, con la promessa reciproca di insegnare all'altro a recitare e a ballare. Ma il legame era anche motivato dal fatto che in quegli anni il figlio di Brando fosse l'autista di Michael Jackson. Nella dichiarazione Brando racconta di aver raggiunto una convinzione al termine di quella cena:

"All'inizio avevo pensato che Jackson fosse gay ma che in seguito era molto ragionevole concludere che poteva aver avuto qualcosa a che fare con quei ragazzini"

Una deposizione di cui Obgor, il conduttore del podcast, dichiara di aver verificato l'autenticità. "Stavamo parlando – si legge dalla testimonianza di Brando – delle emozioni umane e di dove esse arrivino. Gli chiesi se fosse ancora vergine e cominciò a sghignazzare e ad arrossire, mi disse solo: ‘oh, Brando'". La curiosità dell'attore non si arresta: "Dunque, come fai con il sesso?'; arrossì e si imbarazzò moltissimo". Brando fa anche altre domande personali alla popstar, ponendogli anche quesiti in merito alla masturbazione e della figura paterna: "Mi ha detto che odia suo padre ed è scoppiato in lacrime. Per questo non ho insistito, ho proseguito in punta di piedi, ho capito che viveva una vita difficile, nell'isola che non c'è, impossibile per un 35enne, specialmente se ha a che fare con lo show business".

Nel quadro della persona di Michael Jackson tratto dall'attore, emerge l'affresco di una persona senza amici, al quale non piace nessuno della sua età, senza che lui sappia spiegare il perché. Confessioni che Jackson fa continuando a piangere e sono proprio queste parole che inducono Marlon Brando a desistere dall'idea che si era fatto in merito a una presunta omosessualità di Jackson, concludendo che "poteva aver avuto qualcosa a che fare con quei ragazzini".

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