Morta Laura Antonelli, una vita distrutta dai processi e dall’intervento che la sfigurò
Laura Antonelli si è spenta all'età di 74 anni. La sua vita è stata tormentata da una serie di vicende giudiziarie, che finirono con il distruggere la sua carriera. Il primo scandalo avvenne nella notte del 27 aprile 1991. Nella sua villa di Cerveteri furono ritrovati quelli che in un primo momento vennero quantificati come 50 grammi di cocaina, in seguito si parlò di 36 grammi. Ecco il racconto che fece allora Repubblica:
"Cinquanta grammi di cocaina e un maresciallo con i baffi alla Clark Gable e gli occhi blu. Che trappola per Laura Antonelli, ex diva nazionale della fantasia d' amore. Quando gli ha aperto non sapeva che fosse un carabiniere. Lo ha fatto entrare e lo ha guidato per mano attraverso le prime stanze in disordine. Poi, nel vasto salotto col camino, s' è lasciata andare al ballo seguendo un' aria d'opera, volteggiando davanti a lui vestita d'una tunica di seta color perla. Fermarla è stato come sparare ad un uccello in volo. Via la musica, fuori la tessera di riconoscimento e, nel silenzio, è risuonata secca la voce del sottufficiale: Signora Antonelli, scusi, cos' è questa polvere bianca? E lei, ridendo: Non lo vede? È cocaina, tanta cocaina per tutta questa gente che è venuta qui per girare un film. Ma nella grande villa ai piedi di Cerveteri, chiamata Ritrovarsi' , non c' era nessuno. Il maresciallo ha detto in tono asciutto: Mi dispiace, lei è in arresto".
Dopo qualche giorno, ottenne gli arresti domiciliari. In primo grado, fu condannata a tre anni e sei mesi. Nel 2000, dunque 9 anni dopo, venne assolta dalla Corte d'Appello di Roma. La legge italiana sulla droga era cambiata e l'assunzione di sostanze stupefacenti entro i limiti stabiliti, non era più reato se non accompagnata da spaccio.
Il volto sfigurato dalla chirurgia estetica e il processo
Malizia 2000 doveva essere il film della rinascita. La pellicola che avrebbe riportato Laura Antonelli ai vecchi splendori. Purtroppo, però, fu solo quel tassello in più che fece sprofondare il suo stato d'animo e le sue condizioni di vita ancora più in basso. Nel corso della lavorazione al film, si sottopose alle cure di un chirurgo estetico, che le iniettò del collagene nel viso, in modo da nascondere delle piccole rughe che l'età aveva portato con sé. Il risultato fu disastroso, il bellissimo volto dell'attrice, ne uscì completamente deturpato.
Ne conseguì un processo civile. L'attrice, infatti, fece causa al produttore e al regista del film, che a suo dire l'avrebbero costretta a sottoporsi a quel trattamento. Inoltre, provò a rivalersi anche sul chirurgo plastico. Il risarcimento richiesto era di 30 miliardi di lire. Il processo durò per 13 anni. Un pool di esperti si occupò di redigere una relazione tecnica, che fu poi consegnata al Tribunale di Roma. La richiesta di risarcimento venne respinta. Secondo la relazione, infatti, i lineamenti furono deturpati da una reazione allergica detta edema di Quincke e non dalla stessa sostanza iniettata. Sia il chirurgo, che il produttore e il regista furono scagionati.
Laura Antonelli, la depressione e il ricovero presso il centro d'igiene mentale
La bellezza ormai sfiorita e le vicende processuali, provarono profondamente l'attrice. Laura Antonelli cominciò a manifestare una forte sofferenza psichica. Così, iniziò una lunga serie di ricoveri presso il centro di igiene mentale di Civitavecchia. Nell'ottobre del 1996, i pochi amici rimasti dichiararono al "Corriere":
"Laura è una persona malata, che ha bisogno di essere curata, ma che deve prima trovare dentro di sé la forza per entrare in una comunità e per disintossicarsi".
I legali dell'attrice citarono in giudizio il Ministero di Grazia e Giustizia, chiedendo un risarcimento. Nel 2003, in primo grado venne riconosciuto un risarcimento di diecimila euro. I legali la reputarono una somma inadeguata. Sottoposero, dunque, il caso alla Corte Suprema dei Diritti dell'Uomo di Strasburgo. Così, la Corte d'Appello di Perugia, con decreto del 23 maggio 2006, riconobbe a Laura Antonelli un risarcimento di 108 mila euro, più gli interessi, perché:
"Un processo di irragionevole durata aveva senz'altro influito in modo determinante sulla destabilizzazione morale e psichica dell'attrice".
Anche la Corte di Cassazione ribadì la legittimità della sentenza.
Laura Antonelli: "Lasciatemi vivere serena, dimenticatemi"
Nel 2010, Lino Banfi fece un appello accorato, perché Laura Antonelli fosse aiutata. L'attrice, però, replicò tramite i suoi legali:
"Ringrazio Lino Banfi e tutti coloro che si stanno preoccupando di me. Mi farebbe piacere vivere in modo più sereno e dignitoso anche se a me la vita terrena non interessa più. Vorrei essere dimenticata".