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Morte Carrie Fisher, l’autopsia svela: “Nel suo corpo cocaina, ecstasy ed eroina”

Il medico legale ha diffuso i risultati dell’autopsia effettuata sul corpo dell’attrice. Nel momento della morte, nel suo corpo c’erano tracce di cocaina, ecstasy ed eroina.
A cura di Daniela Seclì
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A sei mesi dalla morte di Carrie Fisher, si delinea sempre di più il quadro clinico che potrebbe aver portato alla morte dell'attrice. Già nei giorni scorsi si era parlato del ruolo giocato nel decesso, dall'uso di droghe. In queste ore, come riporta il Daily Mail, il medico legale ha diffuso il risultato dell'autopsia, che conferma la presenza di sostanze stupefacenti nel corpo dell'attrice. In particolare si parla di "cocaina, ecstasy ed eroina".

All'interno della nota, però, è stato specificato che al momento non è chiaro il ruolo avuto dalle droghe nel decesso della Fisher, che potrebbe dunque anche non dipendere direttamente da quelle sostanze. Il certificato di morte rilasciato il 9 gennaio dal Dipartimento di Salute Pubblica della Contea di Los Angeles riporta l'arresto cardiaco come causa della morte.

La figlia: "Mia madre ha sempre combattuto contro la dipendenza da droghe e la malattia mentale"

Quando, nei giorni scorsi, è trapelato il risultato dell'autopsia, Billie Lourd – figlia dell'attrice – ha rilasciato un comunicato stampa sostenendo di non essere stupita dall'esito degli esami:

"Per tutta la vita, mia madre ha combattuto contro la dipendenza da droghe e la malattia mentale. Parlava della vergogna che tormenta le persone che affrontano queste malattie e le loro famiglie. Conosco mia madre, vorrebbe che la sua morte incoraggiasse le persone ad aprirsi e rivelare le loro battaglie. Chiedere aiuto, lottare perché il governo preveda dei fondi per i programmi di salute mentale. La vergogna e lo stigma sociale sono i nemici del progresso verso la soluzione e la cura. Ti amo mamma".

Il fratello: "Non mi sorprende che la sua salute sia stata compromessa dalle droghe"

Carrie Fisher non ha mai nascosto i suoi problemi di salute. Lei stessa svelò di aver iniziato a fumare marijuana a 13 anni e di aver iniziato ad assumere LSD a 21. A 24 anni le è stato diagnosticato un disturbo bipolare. Alla luce di tutto ciò, il fratello dell'attrice Todd, ha dichiarato:

"Non sono sorpreso dal fatto che la sua salute sia stata compromessa anche dalle droghe. Le condizioni del suo cuore potrebbero essere peggiorate a causa dell'abitudine di fumare oltre che dai medicinali. Cosa l'ha uccisa? Tutto questo. Credo sia difficile incolpare i dottori che l'hanno curata, hanno fatto del loro meglio per curare il suo disordine mentale".

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