Morto Jacques Rivette, addio al Maestro della Nouvelle Vague francese
Il cinema d'autore dice addio a Jacques Rivette, uno dei padri fondatori della Nouvelle Vague. Il regista è morto oggi, 29 gennaio, a 87 anni. Tra i suoi titoli più noti, "Paris nous appartient" e "L'amour fou". Era nato a Rouen il primo marzo 1928.
La carriera come critico cinematografico
Come la maggior parte dei colleghi con cui avrebbe dato vita alla rivoluzionaria "nuova onda" del cinema francese negli anni sessanta, anche Rivette si era formato come critico cinematografico. Amico di François Truffaut, Jean-Luc Godard ed Eric Rohmer, nel 1953 iniziò a scrivere sui "Cahiers du cinéma", divenendone caporedattore nel 1963 al 1965. Grazie alla prestigiosa rivista, cambiò completamente l'atteggiamento critico nei confronti della cinematografia nazionale e internazionale (specialmente quella americana, fino a quel momento considerata popolare e analizzata per la prima volta in ottica "autoriale" proprio dai membri dei Cahiers). Tra gli scritti di Rivette, si ricorda una celebre stroncatura di "Kapò" di Gillo Pontecorvo.
La regia
Rivette recitò come attore in "Le Beau Serge" di Claude Chabrol nel 1958. Dopo alcuni corti, esordì con il lungometraggio "Paris nous appartient" (1961). Girò quindi, tra gli altri, "Suzanne Simonin la religiosa" (1966), "L'amour fou" (1968, con la sua musa Bulle Ogier), lo sterminato "Out 1" (1971; con 12 ore di durata, è uno dei film più lunghi della storia del cinema), "Céline e Julie vanno in barca (1974), "L'amore in pezzi" (1984), "La bella scontrosa" (1991), il dittico "Giovanna d'Arco – Parte I: Le battaglie" (1994) e "Giovanna d'Arco – Parte II: Le prigioni" (1994) con Sandrine Bonnaire. Con lui hanno recitato i più grandi attori francesi, da Anna Karina a Jane Birkin, da Emmanuelle Béart a Michel Piccoli. Nel 1991 venne insignito del Pardo d'onore al Festival di Locarno.
L'ultimo film con Sergio Castellitto
La carriera di Rivette si è chiusa con "Questione di punti vista", girato nel 2009 e presentato alla Mostra del cinema di Venezia: nel testamento spirituale dell'artista troviamo Jane Birkin, una delle sue muse, a fianco del nostro Sergio Castellitto. Con la scomparsa di Rivette se ne va un pezzo di storia filmica d'oltralpe (e non solo), l'esponente di un cinema puro e intellettuale di cui oggi sembrano scarseggiare gli eredi.