Morto l’attore e doppiatore Silvio Spaccesi, era la voce di Yoda nei primi “Star Wars”
Il mondo del cinema e la città di Macerata piangono Silvio Spaccesi, morto a Roma il 2 giugno, all'età di 79 anni. Forse al grande pubblico questo nome dirà poco, ma Spaccesi è stato un grandissimo nome del doppiaggio, oltre che un significativo interprete al cinema, in tv e a teatro. È apparso in 35 titoli tra piccolo e grande schermo, ma la sua fama resterà legata soprattutto per un ruolo a dir poco cult: Spaccesi ha prestato la voce al saggio Maestro Yoda in "L'impero colpisce ancora" e "Il ritorno dello Jedi". Solo pochi giorni fa, il 29 maggio, era mancata la compagna di una vita Rosaura Marchi.
Nato nel capoluogo marchigiano il 1º agosto 1936, Spaccesi aveva iniziato a recitare nel 1955 con "Adriana Lecouvreur", a fianco di Gabriele Ferzetti e Valentina Cortese. Seguirono apparizioni in diversi sceneggiati, sostanzialmente di genere giallo, come "Nero Wolfe" o "Sheridan: Squadra omicidi". Nel 1971 ebbe un piccolo ruolo in "Detenuto in attesa di giudizio" di Nanni Loy, con Alberto Sordi. Si specializzò poi nelle tipiche commedie goderecce degli anni 70-80, quasi tutte caraterizzate da titoli chilometrici come "Come fu che Masuccio Salernitano, fuggendo con le brache in mano, riuscì a conservarlo sano " e "L'Aretino nei suoi ragionamenti sulle cortigiane, le maritate e… i cornuti contenti ", fino ad arrivare a pellicole come "Pacco, doppio pacco e contropaccotto" e "Anni 90 – Parte II".
Più prolifica e indimenticabile la sua carriera come doppiatore: Spaccesi è stato, tra gli altri, la voce di Gene Hackman in "Frankenstein Jr", Harry Dean Stanton in "Alien", Patrick Magee in "Arancia meccanica"; sul fronte animazione, è stato Babbo Nachele in "Nightmare Before Christmas", Orville in "Le avventure di Bianca e Bernie" e Mammolo in "Biancaneve e i sette nani" (doppiaggio del 1972) e, in alcuni episodi, Barney di "I Flinstones". A teatro, ha interpretato il padre di San Francesco d'Assisi nel musical "Forza venite gente" e pièce come "Miseria e nobiltà", "L'avaro" e "Il malato immaginario".
