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Natalie Portman: “Le scuole ebraiche studiano solo la Shoah, parlate di tutte le tragedie”

Intervistata dall’Indipendent, l’attrice di origine israeliana colpisce con una dichiarazione destinata a far discutere: “È giusto che le scuole ebraiche trattino il tema dell’Olocausto, ma non bisogna trascurare le altre tragedie della Storia. Dobbiamo insegnare che l’odio esiste in ogni tempo, senza mai fare del vittimismo”.
A cura di Valeria Morini
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Natalie Portman non è solo una delle attrici più affascinanti e talentuose di Hollywood, ma decisamente tra le personalità più interessanti e colte del mondo dello spettacolo. Intervistata dall'Indipendent per l'uscita del suo esordio alla regia "A Tale of Love and Darkness", la Portman ha fatto un'interessante considerazione sulla questione educativa nelle scuole ebraiche, che pure è destinata a far parecchio discutere. L'attrice premio Oscar per "Il cigno nero" è nata a Gerusalemme 34 anni fa, ma si è trasferita a 3 anni negli Stati Uniti dove ha sempre frequentato scuole ebraiche. Il punto sottolineato dalla star è come lo studio della grande tragedia della Shoah sia importante, ma rischi di tralasciare la conoscenza di altri orrori storici:

Considero una grandissima questione per la comunità ebraica interrogarsi su quanto l’Olocausto venga posto alla ribalta nei programmi scolastici. Che è, ovviamente, un tema fondamentale da ricordare e rispettare, ma non deve sovrastare altre storie.

La Portman ricorda una volta in cui visitò un museo dedicato al genocidio ruandese degli anni 90, di cui non le era stato insegnato nulla a scuola:

Sono rimasta scioccata dal fatto che questa tragedia era in corso mentre frequentavo le medie. Abbiamo imparato tutto sull’Olocausto, solo su questo, e niente ci è stato detto sul Ruanda. Questo è esattamente il tipo di problema che va affrontato nell’insegnamento. Credo che debba essere trattato, ma non posso parlare per tutti dato che questa è stata la mia formazione personale.

Natalie Portman: "Dobbiamo empatizzare con chi ha patito l'odio come noi ebrei"

L'attrice continua:

Dobbiamo ricordarci che l’odio esiste in ogni tempo e abbiamo il dovere di essere empatici con chi, come noi, ha patito il disprezzo. Ma non per farne uno strumento paranoico, per pensare che siamo vittime. A volte questa condizione può essere trasformata in allarmismo per farci dire “Un altro Olocausto sta per avvenire”.

Sui social, c'è chi ha dato pienamente ragione all'attrice e chi l'ha criticata, oltre a qualche commento amaramente ironico ("Ora verrà accusata di antisemitismo").

I prossimi film della Portman

Dopo la regia di due corti, la star ha deciso di fare il grande passo e dirigere il suo primo lungometraggio. "A Tale of Love and Darkness", visto al Festival di Cannes, è l'adattamento del romanzo autobiografico "Una storia di amore e di tenebra" di Amos Oz, forse il più celebre degli scrittori israeliani. La Portman si è ritagliata il ruolo di Fania, madre dello scrittore morta suicida. Come attrice, Natalie ha inoltre moltissimi progetti in cantiere. Dopo aver partecipato in "Knight of Cups" di Terrence Malick sarà anche nel prossimo film dello schivo regista americano, ancora senza titolo. Inoltre, interpreterà Jacqueline Kennedy nel biopic "Jackie" di Pablo Larraín, sarà nel soprannaturale "Planetarium" e in "Jane Got a Gun" con Ewan McGregor.

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