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Nelle sale “L’educazione di Rey”, storia di formazione di Santiago Esteves

Esteves racconta la storia di Rey (Matias Encinas), un ragazzo che viene inserito da suo fratello nella malavita di Mendoza. Durante una rapina, Rey distrugge la serra di Carlos Vargas (German de Silva), una guardia giurata in pensione che lo acciuffa ma decide di non denunciarlo a patto che il ragazzo ripari il danno. Vargas diventerà per Rey una sorta di mentore, facendogli trovare un nuovo equilibro, ma la situazione precipiterà quando i suoi amici delinquenti verranno a cercarlo. Al cinema dal 4 aprile.
A cura di Ciro Brandi
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Finalmente, arriva nelle nostre sale “L’educazione di Rey” (“La educación del Rey”), diretto dall’argentino Santiago Esteves. Il regista racconta la storia di Reynaldo, detto “Rey”( Matias Encinas), un ragazzo che, dopo essere stato cacciato di casa dalla madre, viene inserito da suo fratello nella malavita di Mendoza. Durante una rapina, Rey distrugge la serra di Carlos Vargas (German de Silva), una guardia giurata in pensione che lo acciuffa ma decide di non denunciarlo a patto che il ragazzo ripari il danno. Vargas diventerà per Rey una sorta di mentore, facendogli trovare un nuovo equilibro, ma la situazione precipiterà quando i suoi amici delinquenti verranno a cercarlo.

In un’intervista a Zoom Magazine, Esteves, autore anche della sceneggiatura con Juan Manuel Bordon, ha dichiarato quanto segue:

Una delle principali motivazioni che ci ha spinto a scrivere la sceneggiatura è stata la voglia di raccontare la storia di Rey e Carlos da una prospettiva classica. Volevamo fare un romanzo di formazione nell’Argentina contemporanea. Era un modo per allontanarci dal modo in cui i media del nostre paese, e alcune fiction tv, affrontano questo tipo di problemi, aumentando sempre la paura verso i ragazzi che commettono crimini e proponendo una punizione immediata, che di solito cade nelle mani della polizia corrotta. Di fronte ai problemi complessi del nostro Paese, il cinema dovrebbe aiutarci a guardare in modo diverso e più attento questioni a noi più vicine.

Cecilia Madorno è la direttrice della fotografia mentre il montaggio è stato curato dal regista in coppia con Chino Flores. Le musiche, invece, sono state composte da Mario Galvan e Martin Sanchez. “L’educazione di Rey” sarà distribuito nelle nostre sale da EXIT Media a partire dal prossimo 4 aprile.

La trama

L’irrequieto Reynaldo “Rey” Galindez, dopo essere stato cacciato dalla mamma, viene introdotto dal fratello nella malavita di Mendoza, in Argentina. Durante il suo primo colpo, però, i complici vengono catturati, mentre lui con la refurtiva in tasca riesce a scappare sui tetti. Nella fuga cade nel giardino di Carlos Vargas, una guardia giurata in pensione, che lo ammanetta ma istintivamente gli dà riparo e non lo denuncia. Da quel momento, Vargas diventerà il suo mentore e gli farà ritrovare nuovamente l’equilibrio. La situazione, però, precipiterà quando i suoi amici delinquenti torneranno in libertà e andranno a cercarlo.

Il cast

Matias Encinas (Reynaldo Galindez) è al suo esordio sul grande schermo mentre il grande German de Silva (Carlos Vargas) lo abbiamo apprezzato in tantissimi film come “Los Porfiados”(2001), “Las Acacias”(2011) e “El estudiante”(2011) ma ha girato anche molte serie tv tra cui spiccano “Dos por una mentira”(2013), “El Maestro”(2017) e “Amar, despues de amar”(2017). Gli altri attori che compongono il cast sono: Walter Jakob (Arancibia), Esteban Lamonthe (Vieytes), Mario Jara, Marcelo Lacerna, Mauricio Minetti, Jorge Prado e Elena Schnell.

Le curiosità sul film che dovete sapere

1. Il film è stato girato interamente a Mendoza.

2. Il film rappresenta l’esordio al lungometraggio di Esteves ma alla 65a edizione del Festival di San Sebastián si è aggiudicato il premio di Cine en Construcción come Miglior Film.

3. La pellicola inizialmente era stata pensata come serie televisiva, ma in corso d’opera il regista ha deciso di invertire la rotta e trasformalo in un lungometraggio capace di farsi portavoce di un profondo disagio sociale, mischiando e giocando con i generi cinematografici.

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