‘Noi andremo via e il tempo resterà’, vai mò Pino
“Il tempo è una cosa che già esiste e nella quale noi ci inseriamo. Noi andremo via e il tempo resterà”. A parlare è Pino Daniele, la sua voce riecheggia nel teatro San Carlo di Napoli, dove ieri sera si è tenuta l'anteprima del docufilm Il tempo resterà, a lui dedicato. È la storia di un pezzo di Napoli, un viaggio attraverso le strade, i rumori, gli odori e i colori dei luoghi dove è nato e cresciuto.
Nel film si intersecano immagini di repertorio, testimonianze e contributi. Accanto a Joe Amoruso Tony Esposito, Tullio De Piscopo, James Senese, Rino Zurzolo (i musicisti della storica band di “Vaimò” con cui Pino Daniele si riunì nel 2008 ) troviamo tra gli altri personaggi come Renzo Arbore, Stefano Bollani, Ezio Bosso, Lorenzo Jovanotti Cherubini, Eric Clapton, Clementino, Roberto Colella, Gaetano Daniele, Enzo Decaro, Maurizio De Giovanni, Francesco De Gregori, Giorgia, Enzo Gragnaniello, Peppe Lanzetta, Maldestro, Fiorella Mannoia, Al di Meola, Phil Manzanera, Pat Metheny, Eros Ramazzotti, Massimo Ranieri, Ron, Vasco Rossi, Sandro Ruotolo, Giuliano Sangiorgi, Daniele Sanzone, Lina Sastri, Alessandro Siani, Corrado Sfogli, Massimo Troisi e Fausta Vetere.
Scevri di qualsiasi forma di autoreferenzialità, i protagonisti del docufilm ‘Il tempo resterà' si susseguono con estrema naturalezza nella ricostruzione del ritratto dell'uomo in blues che della musica ha fatto la sua unica ragione di vita. ‘Siente fa' accussì nun dà retta a nisciuno fatte ‘e fatte tuoie ma si haje suffrì' caccia ‘a currea‘ sembra essere il fil rouge di un'esistenza votata al suono, più che alle parole. La ricerca di un ritmo sempre diverso con il quale comunicare, capace di intervenire sull'emergenza di un'apparente incapacità verbale e di abbracciarne il fine ultimo. È un Pino Daniele dai mille volti quello che viene mostrato nei filmati inediti, che si firma Pin8, che si veste da guaglione intraprendente e mai da divo arrivato, che sembra essere nato abbracciato a una chitarra, attaccato al cordone della sua Napul'è.
"Io non sono io, sono me", è la sua voce all'improvviso ad attraversare un concetto di identità mai definito, seppur musicalmente lapalissiano, e muovere i fili di una storia ‘passeggera', che viaggia a bordo di un autobus ribattezzato Vaimò, come il suo quarto album. Un autobus con capolinea in Piazza del Plebiscito, che di fermata in fermata percorre ‘i luoghi della Napoli di Pino Daniele, per raccontare la sua idea di musica in movimento perenne, come la società di quegli anni che lui ha interpretato con una cifra innovativa e inimitabile'.
Impossibile restare in silenzio mentre si assiste a questo maxi concerto fatto di ricordi e canzoni: la cultura partenopea intrisa di sonorità blues dei primi album Terra mia, Nero a metà, Vai mò, o di brani come ‘Na tazzulella ‘e cafè , Schizzechea, Fortunato, Bella mbriana, la fase intimista di Mascalzone latino e il grande successo di Un uomo in blues; l'amore per il cinema e le colonne sonore dei film di Troisi (Ossaje comm fa o core, Quando, Qualcosa arriverà); il periodo pop di Non calpestare i fiori nel deserto e le contaminazioni tunisine di Medina; le prestigiose collaborazioni di Boogie Boogie Man e la fase finale con l'amico Eric Clapton ne La grande madre. Tutto rimanda a un ricordo ben preciso anche della nostra vita, mentre le mani portano il tempo su questo immenso spartito mai chiuso.
In sala, defilata e discreta, la famiglia di Pino: le sorelle, i figli Sara, Sofia, e Alex e la loro madre, seconda moglie del cantautore, Fabiola Sciabbarrasi. A loro è andato il ringraziamento più grande per aver condiviso il progetto, sbloccando gli archivi storici e rendendolo, così, possibile. Il docu-film è una produzione Sudovest con Rai Cinema e sarà distribuito in esclusiva da Nexo Digital solo il 20, 21 e 22 marzo (elenco delle sale su www.nexodigital.it e qui l'elenco delle sale a Napoli). Gran parte del materiale utilizzato per comporre Pino Daniele – Il Tempo Resterà è assolutamente inedito ed è stato selezionato appositamente dal regista Giorgio Verdelli attraverso una lunga e paziente ricerca, che ha consentito a Pino Daniele di essere ancora presente come voce narrante, supportato in alcuni passaggi dal contributo di Claudio Amendola.