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“Non mi fanno lavorare perché dicono che puzzo di morto”, lo sfogo di Jerry Calà

L’attore è stato il protagonista di una intervista de “I Lunatici”, programma in onda su Rai Radio2 condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, in cui ha rivelato di essere deluso da come il cinema lo stia snobbando da tempo: “Dicono che puzzo di morto, ma in altri paesi quelli come me vengono osannati”.
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"Libidine, doppia libidine, libidine coi fiocchi". Era il suo motto, il suo tormentone e con questo tanti altri negli oltre 30 film in 50 anni di carriera. Ma adesso Jerry Calà non lavora più come un tempo e ai microfoni de "I Lunatici", il programma di Rai Radio2 condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, l'attore si è sfogato sul suo stop professionale. Un momento non proprio esaltante della sua carriera.

Il dramma di Jerry Calà

Jerry Calà è un fiume in piena. Racconta che in altri paesi quelli come lui, che hanno una storia e un curriculum, vengono trattati con rispetto mentre in Italia i produttori lo schivano. Eppure resta uno dei personaggi più amati della storia delle commedie all'italiana degli ultimi 30 anni.

Mi piacerebbe fare più cinema, fortunatamente so fare un mestiere che ho imparato da piccolo. So ballare, cantare, recitare e quindi mi salvo sempre. Però dire che non mi piacerebbe fare ancora cinema mi renderebbe ipocrita. Viviamo in un'Italia che rispetto ad altri Paesi è provinciali. Altrove gli attori che hanno una storia vengono tenuti da conto e coccolati, vengono chiamati per fare delle parti anche come genitori o come nonni. Qui invece si dice che uno puzza di morto. Per fortuna la gente mi ama, c'è discrasia tra quello che pensano i funzionari e i produttori e quello che pensa la gente.

Jerry Calà fa 120 spettacoli all'anno

Non fa più cinema, ma riesce comunque a esibirsi in numerose località d'Italia, soprattutto d'Estate e a Natale tra teatri, club e piazze. Prova a motivare l'assenza del suo personaggio sul grande schermo per "mancanza di coraggio" e per l'imperante "politicamente corretto" che c'è oggi.

Se la gente non mi volesse bene non farei 120 spettacoli l'anno. In Italia manca il coraggio. L'unico che ce l'ha è Zalone, e infatti fa incassi pazzeschi. Lui è l'unico che ha il coraggio di essere politicamente scorretto, tutti gli altri si atteggiano, fanno i radical chic, però non fanno più ridere. Noi negli anni 80 ce ne fregavamo di tutto. Per questo certi film tra quelli che ho fatto io un sacco di gente li conosce a memoria.

Il rapporto con Mara Venier

Nel corso dell'intervista c'è spazio anche per un po' di sano gossip. Si parla di Mara Venier, delle sue dichiarazioni secondo cui nel giorno del loro matrimonio, lei lo beccò ad amoreggiare con un'altra donna. Lui smentisce:

Non è vera quella storia, Mara è una burlona. Era una festa che avevamo fatto con gli amici, mi ha beccato che ha parlato con una fitto fitto in bagno. Non che ci facevo cose. Invoco la Var, la moviola in campo. Sai quando hai un po' bevuto, ti avvicini e ti metti a parlare con una. Lei mi ha beccato, ha frainteso e mi ha riempito di botte. Cosa che tra le altre cose non dice mai.

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