Nuovo film su Amy Winehouse prodotto dal padre: “Diremo tutta la verità”
Tra poche settimane ricorrerà il quinto anniversario della tragica morte di Amy Winehouse, avvenuta il 23 luglio del 2011, dopo una vita breve spesa a limitare un talento enorme con abusi di ogni tipo, dal alcol a droga. In questi anni il mondo della musica non ha mai mancato di omaggiare la cantante britannica, la cui morte è stata di fatto, negli ultimi anni della sua vita, quasi annunciata. E se per una forma di rispetto la Universal Music ha cancellato tutti i suoi inediti, anche il cinema non ha dimenticato di omaggiarla, dedicandole retrospettive e documentari interamente incentrati sulla sua vita, che l'hanno di fatto resa una nuova icona. In particolare, poco fa usciva “Amy”, il documentario diretto da Asif Kapadia che tanto ha fatto arrabbiare la famiglia della cantante per il modo in cui ha affrontato e raccontato il rapporto tra la cantante e i suoi genitori. Stando a quanto Kapadia ha riportato nella sua ricostruzione, la cantante sarebbe stata di fatto abbandonata dai propri genitori e lasciata al proprio destino. Sotto accusa, in particolare, lo spazio offerto allao spazio concesso a Blake Fielder-Civil, l’ex marito dell’interprete londinese, che il padre definisce. Il padre della cantante ha tuonato contro il film e contro Fielder-Civil: "Mi accusa di essere il primo responsabile per la morte di Amy, quando è stato lui a iniziarla all’uso di crack ed eroina. Se emergesse la verità sul suo conto, Blake potrebbe nemmeno più girare per strada".
Questo il motivo per il quale Mitch Winehouse, il padre della cantante, insieme all'ex fidanzato di Amy, ha deciso di produrre un ulteriore film dedicato alla vita, e alla morte, della compianta cantante londinese. Il proposito, naturalmente, è raccontare come sia andate le cose secondo la loro vulgata, così come ha spiegato il signor Winehouse alla rete televisiva ITV: "Diremo la verità su Amy, cosa che non ha fatto Kapadia. Non è vero che abbiamo lasciato Amy per la sua strada negli ultimi tre anni della sua esistenza. Lo ritengo un insulto a tutta la famiglia".