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Paolo Sorrentino su È stata la mano di Dio: “Non è un film su Maradona, ma su di me”

Paolo Sorrentino racconta la sua ritrovata serenità e il suo divertimento nel girare un film come “È stata la mano di Dio” a La Stampa: “L’ho scritto per i miei figli, per provare a spiegare perché sono sempre così schivo e silenzioso”. E sulla polemica di Maradona: “C’è un rimando, sì, ma non è un film su Maradona. Ed è anche piuttosto evidente, direi. È un film costruito su di me”.
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Paolo Sorrentino è a Napoli per girare È stata la mano di Dio, film che sarà distribuito da Netflix. È il film più personale del regista Premio Oscar per "La grande bellezza" e infatti racconta a Gianmaria Tammaro per La Stampa: "Questo è un film sulla mia adolescenza, su quello che ho vissuto. L’ho scritto per i miei figli, per provare a spiegare perché sono sempre così schivo e silenzioso". Ma non sarà un film autobiografico: "Non ci sono riferimenti evidenti. C’è l’unione di esperienze personali, di racconti inventati e di altri che ho sentito". E sulla città di Napoli: "Bellissima. Ma forse è bellissima così, a piccole dosi. C’è una vitalità che, francamente, non ricordavo. L’ho riscoperta da straniero. Si sente come una necessità di volersi bene. E poi Napoli è il miglior luogo di vacanza del mondo".

Le parole di Paolo Sorrentino

Traspare da questa intervista, l'immagine di un uomo finalmente sereno e risolto: "Quando ho cominciato, ero molto ansioso di fare questo lavoro. Ero agguerrito, determinato, rompicoglioni. La vivevo decisamente male. Tra il pensare di fare il regista e il farlo veramente, sono passati dieci anni. E sono stati anni angosciosi. Volevo esordire a tutti i costi. Adesso non è più così. È quasi l’opposto. Se domani mi dicessero che non posso più girare film, non ci baderei. Ma ora, con questo film, mi sto divertendo tantissimo. Come con L’uomo in più". L'uomo in più è il film che ha inaugurato anche il sodalizio tra il regista e Toni Servillo, presente anche in questo film:

Toni è come un fratello maggiore. A volte, è una figura paterna. È più grande di me di dieci anni. Ha sempre provato a farmi capire l’importanza di vivere più serenamente questo lavoro. È sempre stato di grande aiuto nel modulare meglio il mio carattere.

Le polemiche di Maradona

Un passaggio anche sulle inutili polemiche che si sono sollevate tramite il legale rappresentante di Diego Armando Maradona, sulla possibilità che questo fosse un film che riguardasse in qualche modo il numero 10 del Napoli:

Quello è un equivoco. C'è un rimando, sì, ma non è un film su Maradona. Ed è anche piuttosto evidente, direi. È stata la mano di Dio, che è costruito su di me, è un film sulla medietà. Mi sono sempre ritratto così, io. Come un uomo di grandissima medietà. La medietà, vede, è un salvacondotto per apprezzare il talento e l’assenza di talento: chi è medio certe cose le vede più chiaramente.

Il futuro del cinema

È stata la mano di Dio sarà distribuito su Netflix. Inevitabile un passaggio sulla crisi delle sale che per Paolo Sorrentino è solo passeggera: "Dopo questa pandemia seguirà un periodo di grande euforia, e la gente vorrà stare di nuovo insieme e tornerà al cinema". E sul mercato dello streaming e della tv: "Non ho mai avuto nessun tipo di pregiudizio verso lo streaming o la tv. Anzi: ho provato a farla per tanti anni, anche prima dell’esplosione delle serie tv. E se non fosse stato per la miopia di certi committenti italiani, l’avrei anche fatta. Con The Young Pope si sono create le giuste condizioni. Le serie sono molto simili ai romanzi. Sono più democratiche, in un certo senso". 

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