Papa Francesco non incontra Russell Crowe, niente benedizione per “Noah”
Russell Crowe in udienza da Papa Francesco, ma senza riuscire ad incontrarlo. È stata un buco nell'acqua la "gita" del gladiatore in Vaticano, nonostante si fosse messo anche in tiro e avesse indossato un paio di Ray-Ban scuri da divo. E forse non è piaciuto questo aspetto, quello legato ad un'eccessiva spettacolarizzazione dell'evento associato al lancio del film Noah, che non è stato per niente gradito dal team di consiglieri del Pontefice capeggiati da Monsignor Lombardi (direttore della sala Stampa della Santa Sede). Il Vaticano alla fine ha riservato a Crowe un posto sul sagrato tra i vip, ma non lo ha ammesso al baciamano finale, riservato spesso a massimo una trentina di persone che riescono anche a scambiare due parole con Pontefice. Al posto del noto attore hollywoodiano, ad esempio, ieri è stato incluso nel momento conclusivo il direttore della agenzia russa Itar Tass arrivato da Mosca, accompagnato dal corrispondente Aleksej Bukalov.
L'atteggiamento restìo nei confronti di eventi simili pare derivi dalla volontà di evitare red carpet improvvisati nella Santa Sede, oltre anche a quella di astenersi da giudizi di merito postumi alla visione di pellicole fatte recapitare a Bergoglio (come accaduto di recente per il film Still Life). Solo Philomena Lee, l'irlandese che ha ispirato libro e film omonimo (Philomena, ndr) è stata ricevuta dal Papa poco tempo fa ed ha accolto le sue parole compassionevoli riguardo il doloroso passato che la donna ha trascorso in un orfanotrofio di Dublino negli anni '40. Crowe ha dovuto accontentarsi della tribuna d'onore, che di solito ospita solo un centinaio di persone tra eminenti figure religiose e capi di Stato, e beneficiare di un'unica benedizione: quella dei fan che appena l'hanno visto l'hanno travolto con attenzioni e flash compulsivi dei cellulari.