Perché l’Oscar a “Il caso Spotlight” può fare bene al giornalismo
Il successo agli Oscar 2016 de "Il caso Spotlight" come miglior film ha raccolto pareri contrastanti, nel pubblico come negli addetti ai lavori. Una folta schiera della critica cinematografica ha sottolineato, ad esempio, come il riconoscimento al film con Michael Keaton e Mark Ruffalo, in grado di scioccare l'America, avesse il valore di un incoraggiamento ad un genere cinematografico, quello del cinema di tipo civile, sempre più in via d'estinzione. I confronti, leciti per quanto azzardati, con Tutti gli uomini del presidente, la pellicola con Redford e Hoffman che narrava la vicenda giornalistica dello scandalo Watergate, ha fatto storcere il naso a chi nell'opera del '77 molta più scrittura cinematografica di quanta non ce ne sia in quello che ha trionfato agli Oscar di quest'anno. Eppure una cosa è certa, il film diretto da Tom McCarthy ha giovato e gioverà, nelle prossime settimane, al mondo del giornalismo, quello inteso nella sua forma e accezione più pura, il giornalismo che fa indagini, che va fino in fondo a una vincenda, senza scrupoli morali. Come ha scritto Antonio Padellaro su Il Fatto "quando i cronisti del Globe li vanno a cercare e prendono nota degli stupri e delle molestie, quando mettono finalmente le mani sui documenti che inchiodano la diocesi, non si sentono affatto i crociati del bene ma corrono, bestemmiano e si dannano l’anima perché i bastardi del Phoenix (il giornale concorrente, ndr) non arrivino prima".
In un articolo comparso sul New York Times nella sua versione digitale, scritto da Timothy Pratt, si sottolineano proprio i possibili effetti benefici del film sul parere che l'opinione pubblica possa avere del giornalismo d'inchiesta. Nell'idea generica della professione si crede che non possa esserci una distinzione tra chi fa le inchieste e chi esercita il ruolo di giornalista in modo diverso. Eppure la metamorfosi della professione negli ultimi anni, anche e soprattutto nell'era della digitalizzazione, è stata netta ed evidente, orientata sempre di più ad un'opera di riproduzione meccanica della notizia che di approfondimento di un tema. Questo anche a causa dei costi che un'indagine può comportare, costi intesi in tutti i sensi. Nell'esempio del Boston Globe un giornale decide di schierarsi contro la chiesa per scoperchiare lo scandalo degli abusi sessuali su minori all'interno dell'ambiente ecclesiastico. Un'inchiesta che comporta una spesa di tempo e denaro non indifferente, con il rischio che da questa non derivi la gloria, ma solo grane, di reputazione e di tipo giudiziario. Tanti aspetti non per forza noti a tutti, aspetti per i quali il mondo del giornalismo si è mosso, nelle ultime settimane, creando uno smottamento nell'opinione pubblica ed evidentemente riuscendo a fare breccia nella sensibilità della giuria degli Academy Awards.
Gli effetti di "Spotlight" sul Boston Globe
"Al Boston Globe – afferma l'editore Brian McGrory – da qualche tempo si cammina a testa alta", sottolineando glieffetti positivi che il film, e l'Oscar, hanno avuto sull'ambiente della testata di Boston, che negli ultimi mesi ha rivisto profondamente il suo sistema di distribuzione del quotidiano ai lettori, fino a qualche tempo fa condizionato da forti disservizi. "Il caso Spotlight" è un film che arriva nelle sale in un momento complicato per l'industria della stampa, proprio in virtù di quella digitalizzazione di cui sopra. La pellicola rischia di generare un appeal del tutto inatteso per la professione giornalistica e a testimoniarlo è quanto ha rivelato al NY Times Sacha Pfeiffer, il personaggio del film interpretato nel film da Rachel McAdams, che sottolinea come molti giovani, dopo la visione del film, abbiano palesato un'attrazione forte nei confronti della professione. Che il film possa dare dunque una nuova linfa vitale al giornalismo investigativo? Al momento non c'è la certezza che questo possa accadere, né tantomeno ci sono dati che confermino un impulso economico di sostegno all'editoria. Quello che resta certo è che Spotligth, il nome dell'inchiesta che rese celebre il team del Boston Globe, non sembra affatto casuale in questo caso: si è acceso un faro sull'importanza delle inchieste e il mondo del giornalismo farebbe bene ad approfittarne.