Piazza Giochi e gli adolescenti di oggi
Avere 16 anni. Questo doveva essere il titolo di Piazza giochi, nuovo film di Marco Costa: un omaggio al Fernando di Leo di Avere vent’anni, ma anche all’omonima trasmissione di MTV in cui si sondava la gioventù italiana. Due punti di riferimento ben precisi sia per il lato cinefilo del suo film quanto per l’occhio sociologico ma non troppo con cui racconta la sua storia.
Che è quella di Cassandra, ragazzina che dopo il come della madre deve riappacificarsi col padre Luciano, palazzinaro scappato quando lui era piccola; attorno a lei amici e nemici radunati a Piazza dei Giochi Delfici, storico luogo di Vigna Clara, quartiere bene di Roma. Un racconto di cambiamento e formazione che secondo le intenzioni del regista s’ispirerebbe a Muccino, piuttosto che Moccia o Brizzi, ma che vuole parlare al grande pubblico, come dimostra la presenza nel cast di Andrea Montovoli, stella del varietà Ballando con le stelle e del gossip.
Marco Costa arriva al terzo film dopo un percorso tortuoso: il suo primo lungometraggio, Ma l’amore sì, fu un fiasco di pubblico e critica nonostante la presenza di Anna Maria Barbera alias Sconsolata, mentre il secondo Il quarto sesso partì come pilot televisivo rifiutato e poi rimontato come film ignorato dal pubblico ma molto cliccato su Youtube, anche grazie alla presenza di Claudio Santamaria (tra gli interpreti di Passato prossimo). Piazza giochi è girato a basso budget, in digitale e si avvale della partecipazione di Luca Ward, grande attore e doppiatore storico di Russel Crowe (fra poco a Cannes con Robin Hood). Una scommessa: chissà se il pubblico saprà accettarla.
Emanuele Rauco