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Quando la notte, grande delusione per la Comencini

I protagonisti del film, Timi e la Pandolfi, hanno difeso la regista, dichiarando che per loro è stata un’esperienza toccante e travolgente, ribadendo che le risate e i “bu” sono stati assolutamente fuori luogo.
A cura di Ciro Brandi
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Una valanga di fischi ha travolto a fine proiezione, ma anche durante, la pellicola  “Quando la notte”, secondo film italiano in concorso a Venezia, diretto da Cristina Comencini. La cosa strana è che la maggior parte degli schiamazzi e dei fischi si sono scatenati durante le scene più drammatiche della pellicola.

Il film è tratto dall’omonimo romanzo scritto dalla Comencini e racconta l’incontro tra due persone sole: Marina (Claudia Pandolfi), una mamma che decide di portare il figlio in montagna per farlo guarire, e Manfred (Filippo Timi – presente anche con la pellicola "Ruggine"), guida del Monte Rosa, abbandonato dalla mamma quando era piccolo, e in seguito dalla moglie. I sentimenti trattati quindi sono molto forti, forse anche un tantino pesanti: l’amore materno, visto anche sotto una prospettiva negativa, l’abbandono, la depressione, una storia d’amore tormentata e lenta.

La regista ha affermato che il suo intento è proprio quello di raccontare l’ambivalenza dei sentimenti di una donna quando è mamma, fatto di gioie e dolori. Quando è stata informata delle reazioni dei giornalisti, la Comencini ha dichiarato senza mezzi termini che non sempre ai festival l’emozione è accettata, e che ridere durante la proiezione è stata una totale mancanza di rispetto.

I protagonisti del film, Timi e la Pandolfi, hanno difeso la regista, dichiarando che per loro è stata un’esperienza toccante e travolgente, ribadendo che le risate e i "bu" sono stati assolutamente fuori luogo. La Comencini ha anche detto che la pellicola non si limita solo a parlare della maternità, ma anche del rapporto uomo/donna, e che gli uomini non riescono a capire completamente una donna quando si trova a dover gestire da sola un figlio e una casa, stando tutto il giorno chiusa in casa. Ma ciò non ha fatto altro che peggiorare le cose, poiché uno dei giornalisti le ha chiesto se si era resa conto che potevano essere fatti dei paragoni col caso Cogne. A una tale insinuazione, la regista ha semplicemente risposto che non ci aveva minimamente pensato e che ha agito d’istinto.

La pellicola comunque sarà distribuita a partire dal 28 ottobre. Vedremo da quale parte si schiererà il pubblico.

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