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Renato Pozzetto: “Al cinema ho cercato una strada nuova, senza riuscirci”

L’attore si racconta a Fanpage toccando i punti principali della sua carriera pluridecennale. Dal cinema, dove non è riuscito a portare la sperimentazione che sperava, all’amico e partner artistico di sempre Cochi, fino alla Rai: “Io e Frassica abbiamo presentato un’idea anni fa, ma preferiscono carabinieri e preti”.
A cura di Andrea Parrella
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Se vi siete chiesti negli ultimi anni che fine avesse fatto Renato Pozzetto, ne avete avuto giusta ragione. Paolo Villaggio, uno degli attori più celebri del cinema italiano, ammise tempo fa di essere stato invidioso solo di lui, proprio Pozzetto. L'attore, 75 anni lo scorso luglio, negli anni '70-'80 ha dettato legge, proponendo una comicità anomala, surreale, espressione di una modalità d'approccio cabarettistica che poco aveva a che fare con l'improvvisorietà del cinema, tranne che fosse lui a proporla (al massimo in coppia con Celentano, citofonare "Lui è peggio di me"). Poi Renato Pozzetto, più di 60 film all'attivo, negli anni successivi tende a scomparire, ad allontanarsi da quel mondo che tanta fama gli aveva concesso. In un'intervista a Fanpage ha raccontato perché la decisione si possa attribuire a lui, connessa ad una carenza di margini per spaziare con l'innovazione:

Di film ne ho fatti tanti. Tanti potevo fare a meno di farli, ma tanti li ho fatti con piacere. Quando fai un film che va bene poi magari puoi chiedere qualcosa che normalmente non ti farebbero fare. Ho cercato con tutti i mezzi che avevo a disposizione di portare la vena cabarettistica nel cinema, ma non ci sono riuscito. Non sono stato in grado di trovare una strada nuova e interessante.

Il rapporto con Cochi

Il binomio Cochi e Renato è un tema irrinunciabile di quelli da affrontare con Pozzetto, che da sempre esalta la loro originalità rispetto ai comici di oggi. Una coppia che è stata il loro primo canale di sfogo dell'innovativa comicità. Il Derby di Milano come prima casa, dove si ritrovarono a interagire con personaggio di estrazione diversa, da musicisti a voci radiofoniche, ma soprattutto attori da rivista. La chiave di Cochi e Renato è sempre stata la complicità, visto che, al netto delle separazioni temporanee nel corso degli anni, il ritrovarsi è rimasta per entrambi l'approdo naturale, il rifugio: "C'erano sempre delle pause, perché si pensa sempre che l'altro risponde e intanto pensi cosa ci sia dopo. Quando siamo arrivati noi, gli attori che occupavano il nostro spazio, quello dell'umorismo, venivano dalla rivista o dalla radio. Noi invece eravamo abituati a stare su una pedana piccola, con una chitarrina, due sedie e una luce".

Pozzetto e la Rai oggi: "Solo carabinieri e preti"

La televisione è stata un mezzo importante per Pozzetto, che si trattasse della coppia con Cochi o dei suoi sketch in forma filmica, il piccolo schermo è stato un elemento chiave utile a tramandare il mito di Renato Pozzetto per generazioni diverse, facendolo arrivare fino ai giorni nostri grazie ai tormentoni che il comico lombardo ha saputo concepire. Una televisione, quella di Stato, che non ha mai preso in considerazione delle proposte fatte negli anni scorsi:

Io avevo già pronta un'idea con Frassica. L'abbiamo scritta, l'abbiamo portata là, non so se l'abbiano buttata via, ma nel frattempo loro fanno carabinieri e preti

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