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Richard Gere attacca Matteo Salvini: “Fa cattiva politica, i migranti hanno i nostri stessi sogni”

L’attore, che di recente è salito sulla Open Arms per aiutare i migranti a bordo, ha paragonato la figura del leader del Carroccio a quella del controverso Presidente degli Stati Uniti d’America: “Ha la stessa mentalità di Donald Trump, infatti io lo chiamo Baby Trump”. E poi: “Se il vostro ministro spendesse del tempo con quelle persone, ascoltasse le loro storie, i loro traumi familiari, cambierebbe la sua visione. Siamo tutti uguali, i migranti hanno i nostri stessi sogni”.
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Richard Gere ha attaccato duramente il Ministro dell'Interno Matteo Salvini nel corso di una intervista al Corriere della Sera. L'attore, vicino alla religione buddista e da sempre attivista e promotore dei diritti civili e umani, ha paragonato la figura del leader del Carroccio a quella del controverso Presidente degli Stati Uniti d'America: "Ha la stessa mentalità di Donald Trump, infatti io lo chiamo Baby Trump". 

L'attacco di Richard Gere

L'attore di "Hachiko" e di "Ufficiale e Gentiluomo", che di recente è salito a bordo della Open Arms per portare cibo e acqua alle persone a bordo della nave a largo della acque di Lampedusa, ha stigmatizzato il comportamento del Ministro degli Interni:

Usa la stessa ignoranza di Donald Trump in senso radicale, loro fanno leva su paura e odio. Vorrei incontrarlo, sono sicuro che non è come si presenta in pubblico. Avrà una famiglia, figli, genitori. Se il vostro ministro spendesse del tempo con quelle persone, ascoltasse le loro storie, i loro traumi familiari, cambierebbe la sua visione. Lui fa di un'emergenza umana un caso politico. Ma è cattiva politica. Ho ammirato invece il ministro della Difesa Elisabetta Trenta: lei questo caso non può separarlo dalla sua coscienza.

Rendiamo il mondo un giardino

Richard Gere è noto per essere un grande appassionato di filosofie buddiste, ma precisa che non è una questione di religione: "Rendiamo il mondo un giardino. Non è la fine delle nostre democrazie". 

I leader politici stanno manipolando le menti facendo emergere il lato oscuro del dramma del nostro tempo. Ripeto: è una sfida, una sfida che si può vincere. Rendiamo il mondo un giardino. Non è la fine delle nostre democrazie. Non si tratta di religione. Siamo tutti uguali, dobbiamo essere trattati allo stesso modo. I migranti hanno le nostre stesse speranze e i nostri sogni.

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