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Rimosso il bus di Into the Wild in cui morì Chris McCandless: attrazione pericolosa per i turisti

Un elicottero ha rimosso il “Magic Bus” che aveva ospitato Chris McCandless negli ultimi mesi della sua vita. Il pulmino, tra i simboli della storia raccontata nel libro “Nelle terre estreme” di Jon Krakauer e nel film “Into the Wild” di Sean Penn, era diventato un’attrazione troppo pericolosa per i turisti in Alaska. “Il Teklanika è un fiume pericoloso, già molte persone vi hanno perso la vita e numerosi sono stati gli interventi di soccorso in tutti questi anni”, ha dichiarato il sindaco di Denali, Clay Walker.
A cura di Stefania Rocco
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Il Magic Bus di “Into the Wild”, film di Sean Penn tratto dal libro “Nelle terre estreme” di Jon Krakauer, entrambi ispirati alla vita di Chris McCandless, è stato rimosso per decisione dello stato dell’Alaska. Nel Bus 142 Chris trovò la morte per denutrizione nel 1992. Posizionato ai piedi del Monte McKinley, a ovest di Healy, il pulmino simbolo della libertà a lungo cercata da McCandless era fermo dal 1961, lontano 500 chilometri dal primo centro abitato.

La storia di Chris McCandless

Era il 1996 quando John Krakauer raccontò nell’articolo “Morte di un innocente” la storia di Chris McCandless, scomparso 4 anni prima. Fu quell’articolo a ispirare il libro e, qualche anno dopo, il film che valse a Emilie Hirsch una candidatura all’Oscar. Chris, conosciuto anche come Supertramp, era stato un giovane uomo originario di Washington che, mosso dall’irrefrenabile desiderio di prendere le distanze da una società dedita al materialismo, decise di abbandonare tutto e partire alla ricerca della vera libertà. Il suo viaggio durò due anni per poi terminare in Alaska, in quel bus abbandonato anni prima. Morì a soli 24 anni per denutrizione quando, rimasto senza provviste e spinto dalla fame, mangiò i frutti di una pianta selvatica.

Attrazione diventata fatale per i turisti

Negli anni il Magic Bus è diventato meta turistica per centinaia di avventurieri e fan del film di Penn, alla ricerca di forti emozioni nel luogo in cui McCandless visse in completa solitudine gli ultimi 114 giorni della sua emozionante esistenza. Per arrivare alla radura in cui, fino a qualche giorno fa, era posizionato il pulmino che compare nel film capolavoro di Penn bisognava guadare due piccoli corsi d’acqua estremamente pericolosi a causa dei cambiamenti repentini che il microclima del luogo favorisce. Vi perse la vita una turista svizzera diversi anni fa e, più di recente, un gruppo di escursionisti italiani è stato soccorso tra mille difficoltà. Il fatto di essere diventati una pericolosa attrazione per i turisti ha spinto lo stato dell’Alaska a rimuoverlo. Le operazioni di recupero sono state coordinate dai soldati della Guardia Nazionale, sotto la supervisione del sindaco di Denali Clay Walker che ha reso noti i motivi della rimozione:

Il Teklanika è un fiume pericoloso, già molte persone vi hanno perso la vita e numerosi sono stati gli interventi di soccorso in tutti questi anni. Siamo sicuri che spostare il Magic Bus ridurrà il numero di persone che vorranno raggiungere quel punto, e che la cosa giusta da fare in termini di sicurezza fosse eliminare questa pericolosa attrazione.

Ritrovata una valigetta appartenuta a Chris McCandless

Durante le operazioni di recupero del bus, prelevato da un elicottero e trasportato a Healy, in attesa di trovare una nuova collocazione, è stata ritrovata una valigetta contenente gli effetti personali di Chris McCandless, già riconsegnata ai suoi genitori.

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