Robin Hood, un Russell Crowe guerriero per Ridley Scott
In un'intervista alla Stampa, dopo l'annuncio dell'uscita del nuovo Robin Hood, Russell Crowe rivela di aver pensato la stessa cosa di tutto il pubblico mondiale quando ha saputo che avrebbe lavorato con Ridley Scott: "Ma questo Robin è Maximus del Gladiatore, ha la stessa violenza e la stessa sete di sangue" candidamente l'amico regista ha risposto "Sì, non c'è nulla di male finché ci rendiamo omaggio da soli, Non c'è mai statun Robin Hood soddisfacente per questo ne stiamo facendo un altro".
L'importante è essere sinceri, ci sono state molte versioni della storia di Robin Hood le tre che ricordo sono quella classica coloratissima di Errol Flynn del 1938, che vinse tre oscar, ma che fa quasi sorridere per le scenografie dipinte che si muovono a scatti e il doppiaggio approssimativo. L'altra è quella più recente con protagonista Kevin Costner, un risvolto leggermente più melenso, in cui veniva a galla la storia d'amore fra Robin e Marian sovrastando tutto il resto.Non meno importante la parodia diretta da Mel Brooks "Robin Hood un uomo in calzamaglia"con picchi di sceneggiatura memorabili, dal servo cieco Bellosguardo alla Marian con tanto di cintura di castità.
Il ladro smosso dalla vendetta e dall'amore per la sua terra di Scott è invece un guerriero, che combatte sulla terraferma e nell'acqua, che maneggia l'arco come se fosse un prolungamento del suo braccio (Crowe ha imparato a tirare dedicandosi a questo sport intensamente), in un'Inghilterra flagellata da sceriffi senza scrupoli, a breve distanza dalla morte di Re Riccardo. In Italia il film arriverà a Maggio, intanto negli Stati Uniti molti critici hanno già avuto a che dire sulla "pochezza" dei dialoghi, a tratti imbarazzanti. Facciamocene un'idea, possiamo anche dare torto alle voci che circolano, seguendo il trailer.
Ambra Zamuner