“Robin Williams sapeva che stava impazzendo e non c’era nulla che avrebbe potuto fare”
Susan Schneider, la vedova di Robin Williams, torna a parlare del suo rapporto con il grande attore morto suicida in seguito alle conseguenze che la demenza da corpi di Lewy. Si incontrarono in un negozio Apple in California, entrambi uscivano da poco da una rehab per combattere i problemi di alcolismo e si piacquero all'istante. Con lei, Robin Williams smise di prendere antidepressivi e quella storia che venne fuori subito dopo la sua morte non corrispondeva alla verità dei fatti. Già a Good Morning America la vedova dichiarò che non fu la depressione a spingere al suicidio Robin Williams, ma quella malattia che cominciò a manifestarsi già un anno dopo il loro matrimonio nel 2011.
Un anno dopo il nostro matrimonio, il comportamento di mio marito iniziò a cambiare ma non fu, all'inizio, così visibile. Riflettendoci adesso, mi rendo conto che aveva cominciato a manifestare ansia e paura nell'interagire con le persone.
La vedova di Robin Williams descrive così le prime manifestazioni della malattia che lo stava consumando, un malessere che cominciava ormai a prendersi ogni parte di lui, una cosa della quale riusciva a rendersene conto. Questo lo ha ucciso, il fatto di sapere che sta perdendo la "bussola".
Nel febbraio 2014 volevamo andare ad una festa di compleanno, ma Robin non voleva uscire. Mi disse: "C'è qualcosa di terribile in me". Gli dissi che ne saremmo usciti, ma dentro di me ero terrorizzata. Ad aprile Robin Williams ebbe un attacco di panico a Vancouver sul set di "Una notte al museo 3". Non riusciva a ricordare nessuna battuta. Mi disse che voleva un "reboot" per il suo cervello, era malato e pieno di ansia, la pressione e la paura che aveva gli sembrava infondata. Una parte di lui sapeva che tutto ciò era irrazionale ma nonostante questo non riusciva a controllare nulla.
Cos'è la demenza da corpi di Lewy
La demenza con corpi di Lewy è una malattia neurodegenerativa progressiva considerata la seconda forma di demenza degenerativa dopo l'Alzheimer e connessa con il Morbo di Parkinson. Agli inizi, la malattia non è facilmente distinguibile dal Parkinson. Tra i principali sintomi allucinazioni visive, disturbo del sonno, stato confusionale, una serie di sintomi che portano il paziente ad avere una vita difficile con depressione e disturbi comportamentali frequenti. L'aspettativa di vita, dai primi sintomi, è stimata intorno agli 8 anni di vita. Non c'è una cura risolutiva, ma se diagnosticata in anticipo si può trattare con psicofarmaci e neurolettici.