RoboCop ieri e oggi, Murphy è più agile e sorveglia Detroit in moto
"Assolutamente inimitabile", così il regista José Padilha ha definito l'originale di RoboCop, uscito nel lontano 1987 e diretto da Paul Verhoeven. Il regista del nuovo remake si tiene dunque ben distante dal cercare paragoni, per quanto lui abbia trattato la storia fedelmente, aggiungendo alle drammatiche vicende dell'agente Murphy una serie non quantificabile di effetti speciali ed un cast da urlo che rendono l'operazione la più attesa di questo inizio 2014. Qualunque sia l'esito della visione, inutile precisare che i nostalgici non potranno di certo risparmiarsi paragoni con il modello originale.
Di certo c'è che le caratteristiche estetiche delle due macchine sono notevoli, sia cromaticamente che nella linea. Molto più bombato e meno agile quello del 1987, più snello e di corazza scura quello del film in uscita il 6 febbraio. Diverso sarà anche il mezzo utilizzato dai due poliziotti di Detroit del 2029: dove il Murphy degli anni '80 guidava una normalissima macchina, nel film di Padilha RoboCop è alla guida di una moto sportiva intonata al colore della sua corazza. Insomma le piccole differenze non saranno solo nell'attualizzazione della sceneggiatura, ma soprattutto in una netta percezione visiva, che non potrà che porci dinanzi ad un interrogativo della serie "meglio ieri o oggi?".
Una cosa è sicura, riuscire a suscitare nello spettatore lo stesso sentimento di ingiustizia e dispiacere per la brutale quasi uccisione del poliziotto protagonista, o di quella involontaria della macchina dimostrativa che all'inizio del RoboCop del 1987 uccideva l'impiegato della OmniCorp che si sottoponeva all'esperimento, sarà molto complicato, aldilà degli effetti speciali d'avanguardia.