Roman Polanski è stato espulso dai Premi César
Roman Polanski è stato ufficialmente espulso dall'Accademia dei Premi César, il corrispettivo degli Oscar nella cinematografia francese. Sulla carta, la motivazione è la riorganizzazione della commissione da parte in direzione di una parità di genere: ora è formata da 82 donne e 82 uomini e insieme a Polanski sono stati allontanati altri 17 "membri storici". Il regista polacco naturalizzato francese era entrato "d'ufficio" solo il 14 settembre 2020. Appare chiaro che dietro questa decisione c'entrino anche gli scandali che hanno investito Polanski e le polemiche all'ultima cerimonia dei César.
Le proteste ai César per le accuse di molestie
Polanski è stato accusato di molestie sessuali e violenze da alcune donne. Il caso più celebre resta quello risalente al 1977 e riguardante Samantha Geimer: il regista patteggiò una condanna per rapporto illecito con minorenne ma scappò dagli Usa quando seppe che il giudice non avrebbe accettato il patteggiamento. Da allora non ha più rimesso piede negli Stati Uniti, dove rischia rischia tuttora l'arresto. Nel febbraio 2020, il suo film "L'ufficiale e la spia" ha ricevuto 12 nomination ai César ma la cerimonia è stata accolta da manifestazioni di protesta, con l'attrice Adèle Haenel che ha abbandonato la sala al grido di "La honte!" (“Vergogna!”) per il premio ricevuto da Polanski come regista. Il 3 marzo 2018, il cineasta era già stato escluso dall'Academy Awards, la commissione che assegna gli Oscar.
I premi César vinti da Roman Polanski
In tutto, sono otto i César vinti da Polanski in carriera: per la regia di "Tess" (1980), "Il pianista" (2003, che gli ha fruttato anche l'Oscar), "L'uomo nell'ombra" (2011), "Venere in pelliccia" (2014) e "L'ufficiale e la spia" (2019) e per l'adattamento di "L'uomo nell'ombra", "Carnage" (2012) e "L'ufficiale e la spia".