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Scialla! Buona la prima di Francesco Bruni nella sezione Controcampo

Il titolo riprende la nota esclamazione del gergo giovanile romano, che significa “stai sereno”. La pellicola racconta l’incontro tra Luca, un giovane quindicenne un pò sbandato, cresciuto senza il padre, e Bruno, professore/scrittore senza figli. Le sorprese sono dietro l’angolo.
A cura di Ciro Brandi
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68esimo Festival del cinema di Venezia

Esordio col botto per l’opera prima dell’apprezzato sceneggiatore Francesco Bruni, nella categoria Controcampo Italiano. Dopo aver firmato script come “Ovosodo” e “La prima cosa bella" di Virzì, per il quale ha vinto il David di Donatello e il Nastro d’Argento, ha deciso di passare dietro alla macchina da presa con questa commedia che riprende un pò le atmosfere di quelle degli anni ’90. I giornalisti sono entusiasti e le critiche sono state tutte, o quasi, molto positive. 

Il titolo riprende la nota esclamazione del gergo giovanile romano, che significa “stai sereno”, e la pellicola racconta l’incontro tra Luca (Filippo Schicchitano), un giovane quindicenne un pò sbandato, cresciuto senza il padre, e Bruno (Fabrizio Bentivoglio), professore/scrittore senza figli che ha lasciato il suo lavoro per darsi alle tristi lezioni private e a scrivere le biografie degli altri, come quella della pornostar polacca Tina (Barbora Bobulova) diventata regista di film hard. Bruno scoprirà di essere in realtà il padre di quel ragazzo irrequieto e svogliato e la sua vita prenderà tutt’altra piega improvvisamente.

La commedia con Bruni fa un passo indietro e ci fa riscoprire i dettagli, i personaggi, le atmosfere, i gesti, i luoghi che man mano sono inquadrati dalla telecamera, raccontandoci le sensazioni e le emozioni dei protagonisti come se fossero persone che conosciamo da tempo. Ciò accade, ovviamente, anche grazie alla cura della sceneggiatura e alla scelta degli attori, tutti bravissimi, su tutti Fabrizio Bentivoglio. Alcuni giornalisti si sono lamentati solo per il finale, forse troppo frettoloso e sprecato, ma del resto la perfezione non esiste, e forse è meglio così.

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