Session 9, di Brad Anderson: l’orrore strisciante
Realizzato nel 2001, Session 9, diretto dal bravo Brad Anderson, è un film che ha saputo farsi apprezzare dagli appassionati di horror. Una pellicola piuttosto classica, nello stile e nei contenuti, che naviga lontano dall'irrefrenabile sarabanda circense di tanto cinema del terrore (o presunto tale) contemporaneo, preferendo invece adagiarsi su toni più lenti, cauti, ipnotici, senza per questo perdere d'efficacia. Anzi.
Una squadra di operai deve occuparsi dello smantellamento dell'amianto in un vecchio manicomio, chiuso alcuni anni prima e ormai cadente. Il premio promesso per il termine dei lavori è più che abbondante, ma i tempi sono ristretti, e bisogna fare in fretta. Gli uomini si mettono al lavoro, ma poco alla volta, in quelle stanze buie e abbandonate, in quei muri diroccati, tra quelle pareti che ancora odorano di follia, iniziano ad accadere strani eventi. Il passato torna a galla, i fantasmi radicati in quel posto tornano a reclamare il proprio ruolo, e Gordon, il caposquadra, vede progressivamente svanire ogni sua certezza, fino a sprofondare nell'orrore.
Session 9, vagamente ispirato a Shining di Kubrick e a The Kingdom di Von Trier, girato con un budget limitatissimo, scivola sottopelle, prendendosi i suoi tempi, senza quasi mai accelerare, preferendo invece circondare lo spettatore con un manto d'inquietudine strisciante che cresce di minuto in minuto. Utilizzando con efficacia le angolazioni di ripresa, ma anche un sonoro disturbante, e senza sprecare una sola goccia di sangue, Anderson, che si confermerà tre anni dopo con l'ottimo L'uomo senza sonno, è bravo a sfruttare l'architettura scenografica a sua disposizione, lasciando che i suoi attori vengano fagocitati dalla struttura che li soffoca, mettendo così in gioco un horror old school che riesce a rimanere saldo e costante fino alla fine.
Il regista ha poi diretto anche un (discreto) episodio della prima serie dei Masters of Horror, un episodio di Fear Itself, e anche alcune puntate di serie Tv come The Wire e Fringe.
Alessio Gradogna