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La morte di George Floyd in Usa

Spike Lee: “Finalmente anche i bianchi protestano con noi. Trump? Un pericolo per il mondo”

Il regista afroamericano analizza il movimento Black Lives Matter e le proteste che in questi giorni stanno animando gli Stati Uniti in seguito alla morte di George Floyd: “Quello che mi rende ottimista è vedere la nuova generazione di nostri fratelli e sorelle bianchi unirsi a noi”. Lee ha realizzato un corto dedicato a Floyd con il montaggio di immagini di repertorio e di scene del suo “Fa’ la cosa giusta”.
A cura di Valeria Morini
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Grande cantore dell'America nera, primo regista afroamericano ad avere avuto veramente successo a Hollywood, Spike Lee è una delle voci della protesta montata nei giorni scorsi per chiedere giustizia per George Floyd. Lee il razzismo lo conosce bene e lo racconta da anni nei suoi film. Non è un caso, quindi, che sia protagonista di un'intervista su Repubblica, in cui analizza l'attuale situazione degli Stati Uniti, scossi da un'ondata di manifestazioni che hanno qualcosa di nuovo rispetto a quelle degli anni recenti: stavolta i bianchi scesi in piazza sono tantissimi e i disordini hanno lasciato spazio a una protesta non immune da violenze ma più organizzata e in gran parte pacifica. Il regista si dice "ottimista" nonostante la critica durissima a Donald Trump, che definisce "Agente Arancio" (dal nome di un micidiale defoliante usato dagli americani in Vietnam).

Io resto ottimista. Fa’ la cosa giusta, che ho girato 32 anni fa, era un film ottimista. Certo c’è da chiedersi quanto sia cambiato da allora. Ci sono stati dei cambiamenti, ma i neri continuano a essere ammazzati, spesso dalla polizia, e per aggiungere insulto al danno gli assassini restano liberi. Vanno tutti arrestati, compresi i complici! Ma quello che mi rende ottimista è vedere la nuova generazione di nostri fratelli e sorelle bianchi unirsi a noi in strada come ai tempi del movimento dei diritti civili negli Anni ’60 quand’ero ragazzino. E attenzione, io non li chiamo riot, disordini, li chiamo uprising, rivolte. “Disordini” è una parola dall’accezione negativa. Quando vedo la lista delle rivolte in corso in America mi riempio di gioia! Salt Lake City? Des Moines? Non ci sono tanti neri in quei posti! Vediamo un numero senza precedenti di bianchi americani che dicono ‘Fuck this shit!’, ‘Bisogna cambiare’ e ‘Black Lives Matter’. Tante volte i neri mi chiedono: ‘Come possiamo mettere fine al razzismo?’. Dovete rispondere voi a quella domanda.

Spike Lee contro Donald Trump

Lee non risparmia critiche a Trump, che per molti sta gestendo in modo disastroso la questione delle proteste. Democratico convinto, il regista chiede agli americani di votare con coscienza alle prossime presidenziali, a novembre: "Trump se ne deve andare, perché se otterrà un secondo mandato saranno in pericolo non solo gli Stati Uniti d’America, ma il mondo intero". Insieme a Lee, sono tantissime le star che in questi giorni stanno manifestando solidarietà al movimento Black Lives Matter: c'è chi prende posizione sui social e chi scende direttamente in piazza, come John Boyega, che ha tenuto un intenso discorso durante una manifestazione a Londra.

Il corto in memoria di George Floyd

Spike Lee ha voluto celebrare gli afroamericani vittime della polizia con un cortometraggio intitolato "3 Brothers-Radio Raheem, Eric Garner And George Floyd" che monta una scena del suo film "Fa' la cosa giusta" (la morte di Radio Raheem) insieme alle immagini che mostrano l'uccisione di Floyd e quella di Eric Garner nel 2014 a Staten Island. Il corto, pubblicato il 1 giugno, è visibile su Twitter:

Il nuovo film di Spike Lee su Netflix dal 12 giugno

Inoltre, dal 12 giugno arriva direttamente su Netflix il nuovo film di Lee, “Da 5 Blood – Come Fratelli”. Racconta di quattro veterani della guerra del Vietnam che fanno ritorno nella nazione asiatica, con il figlio di uno di loro, per cercare il loro caposquadra e un tesoro nascosto durante il conflitto. Troveranno un Paese ancora sconvolto dalla guerra e dalle atrocità subite. Il cast comprende Chadwick Boseman, Jean Reno, Delroy Lindo e Mélanie Thierry.

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