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“Steve Jobs era un mostro bugiardo e infedele”, parla la ex “protagonista” del film

Parla Chrisann Brennann, storica fidanzata di Jobs ai tempi del liceo e madre della sua prima figlia, riconosciuta dopo una lunga battaglia legale che è al centro del prossimo film di Danny Boyle: “Ha pagato una miseria per il mantenimento di sua figlia, pur vivendo una vita da milionario”. Ma mostra anche un uomo schiavo del suo ruolo: “Sapeva bene la differenza tra chi era davvero e quello che è stato costretto a diventare”.
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I fan di iPhone e iPad potrebbero cambiare idea sull'integrità morale di Steve Jobs dopo aver letto l'ultima intervista a Chrisann Brennan, storica fidanzata ai tempi del liceo di Steve Jobs, con cui il guru che ha rivoluzionato il mondo della tecnologia ha avuto la prima figlia Lisa, riconosciuta dopo una lunga battaglia legale che viene messa al centro del prossimo film diretto da Danny Boyle, "Steve Jobs", con Michael Fassbender nel ruolo del papà di Apple. Tratto dalla biografia ufficiale di Walter Isaacson, nel film viene magnificata ulteriormente la sua figura ma Chrisann, intepretata nel film da Katherine Waterstone, la pensa diversamente, e in uno stralcio del suo libro di memorie, pubblicato questa mattina al Daily Mail, scrive:

Ha negato la paternità a mia figlia, nonostante il test di paternità fosse risultato positivo. Ha pagato una miseria per il mantenimento di sua figlia, pur vivendo una vita da milionario. È stato una delle figure più imponenti dell'epoca, ma ha diffuso bugie e menzogne, è stato infedele.

Chrisann Brennan rivela anche che l'ambiente di lavoro alla Apple, per Steve Jobs, non era altro che una immensa gabbia dorata:

Per quanto frizzante e spazioso potesse essere il mondo Apple, i suoi store, non era altro che una casa stregata, la cui magia è stata gestita ed orchestrata dal team di public relations Apple in maniera magistrale. Mi rivelò che avrebbe perso la sua umanità nel mondo degli affari. Ha perso di vista troppo spesso ciò che era umano ed etico, ma sapeva bene la differenza tra chi era davvero e quello che è stato costretto a diventare.

Il libro di memorie di Chrisann Brennan viene considerato come una sorta di "racconto apocrifo", tutto quello che è scritto non è atto a screditare liberamente l'uomo che oggi viene esaltato e visto come un Dio, ma prova a portare, con aneddoti e testimonianze personali, un'immagine meno patinata e, di certo, meno retorica.

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