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Sulla truffa al patrimonio di Sordi spunta un secondo uomo

L’autista Arturo Ardini, ascoltato dai pm, non ha saputo fornire elementi certi sul perché fosse necessario avere la procura dell’intero patrimonio di Alberto Sordi. E negli atti firmati dalla sorella Aurelia per dare la delega della procura spunta un secondo nome, tenuto ancora riservato.
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Si infittisce il mistero sulla truffa al patrimonio di Alberto Sordi che, secondo le indagini, sarebbe stata portata avanti da Arturo Arditi, lo storico autista dell'attore romano, ai danni della sorella Aurelia, tramite la firma di una delega che gli dava libertà di gestire decine di conti su due diverse banche e diverse proprietà. Ascoltato dal pm Eugenio Albamonte, Arditi per adesso resta a piede libero, come ha lui stesso commentato ai cronisti uscendo dalla procura. E' stato ascoltato anche il notaio Gabriele Scambiati, di fronte al quale Aurelia Sordi ha firmato una procura generale che da mano libera al patrimonio ad Arditi. E spunta un secondo uomo, ancora misterioso, che ha la procura, con Arditi, delle sole operazioni di deposito. L'inchiesta sulla circonvenzione di incapace ai danni di Aurelia Sordi proseguirà con una perizia medica, vista l'età. Ma il passo successivo è quello di convocare il secondo uomo che aveva la firma sul conto da diversi anni, ma del quale non è stato ancora chiarito il ruolo all'interno della famiglia Sordi. 

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