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The Final destination, la morte formato 3D

Esce oggi il quarto capitolo della saga horror Final destination, il primo ad essere girato totalmente in 3D.
A cura di Enrica Raia
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Bobby Campo e Shantel VanSanten in The Final Destination 3D

A distanza di nove mesi dalla release americana (28 agosto 2009), e dopo aver incassato oltre 180 milioni di dollari in tutto il mondo, arriva oggi anche in Italia The Final destination -3D, quarto capitolo del franchise della New Line Cinema che si candida ufficialmente ad insidiare questa settimana il primo posto dell’arciere Robin Hood al box office di casa nostra.

A dirigere il film, David R. Ellis (già al timone di Final Destination 2) che torna così a confrontarsi l’ineluttabilità della morte in un horror che, sulla scia del successo di San Valentino di sangue in 3D, gioca con la dimensione stereoscopica, una tecnologia assolutamente congeniale nell’ esaltare al massimo la spettacolarità e il catastrofismo di questo genere. Totalmente indipendente nella trama dai film che l’hanno preceduto, anche in The Final Destination 3D resta invariata quella particolare struttura narrativa che ha reso celebre l’intera saga: una lunga e orripilante sequela di morti, annunciata dalle spaventose visioni premonitrici del protagonista. Nel bel mezzo di una gara di automobili da corsa, Nick O’Bannon (Bobby Campo) ha la premonizione di alcune auto coinvolte in un pauroso incidente che scaraventerà sugli spalti dell’autodromo lamiere contorte, pneumatici, bulloni e ferraglie incendiate, uccidendo sul colpo il pubblico presente.

Ripresosi dalla visione, Nick riesce a convincere la fidanzata Lori (Shantel VanSanten), gli amici Janet (Haley Webb) e Hunt (Nick Zano), e alcuni spettatori ad abbandonare immediatamente il circuito automobilistico dove si sta svolgendo la gara. Quella che doveva essere una piacevole e divertente giornata si trasforma per Nick, Lori, Janet e Hunt in un incubo mortale. Appena raggiunta l’uscita, la profezia immancabilmente si avvera. I quattro sembrano averla scampata. Ma il destino non può essere riscritto. La Morte ha in serbo un altro piano: tornare a reclamare le sue vittime predestinate in uno spaventoso effetto domino a cui nessuno riuscirà a sfuggire.

Enrica Raia

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