The Interview nelle sale, la Russia sta con la Corea del Nord: “Film scandaloso”
Dopo una settimana di lunghe polemiche, un affaire internazionale che è stato la risultante di una commistione tra cinema, politica e hackeraggio, The Interview ha finalmente imboccato la via delle sale cinematografiche, ovvero quella che gli competeva. La pellicola con protagonista James Franco, come noto, controverso film che racconta di un complotto immaginario della CIA finalizzato ad un attentato al leader nord coreano Kim Jong Un. Tutto è nato da un attacco hacker che, nei scorsi giorni ha fortemente imbarazzato la Sony, major che ha prodotto il film, dal quale sono emersi documenti riservati delicati e conversazioni interne all'azienda. Attacco hacker per il quale gli Stati Uniti hanno accusato proprio il governo di Pyongyang e che aveva portato la Sony, in un primo momento, a bloccare l'uscita del film nelle sale prima di tornare sui propri passi e mettere la libertà d'espressione davanti a tutto.
Il 25 dicembre The Interview è definitivamente approdato in sala con una visita del cast a sorpresa in un cinema di Los Angeles. "Grazie, fottutamente tanto, a tutti, per essere venuti. Credevamo che questo non sarebbe mai successo," sono state le parole di Seth Rogen, uno dei protagonisti della pellicola. Da oggi il film è disponibile anche in streaming online attraverso Google Play, YouTube Movies, Microsoft's Xbox Video e un sito web, sia per il noleggio che per l'acquisto.
Ma è proprio delle ultime ore un altro attacco hacker a X Box e Playstation, che proprio a cavallo dei giorni di Natale hanno visto compromesse le console. L'attenzione va subito alla Playstation, prodotto proprio dalla Sony, il che in qualche modo avvalorerebbe l'idea di un attacco mirato alla casa produttrice del film. Allo stesso tempo pare ragionevole poter escludere la connessione tra quel filone Sony-The Interview e l'attacco hacker in questione, già annunciato il 2 dicembre dal gruppo hacker Lizard Squad, che sembrerebbe non avere nulla a che fare con la Corea. E proprio in mattinata è giunta anche una dichiarazione da parte di un esponente del governo russo in piena linea con il governo di Pyongyang. Secondo il ministro degli Esteri, Alexander Lukashevich, la rabbia della Corea del Nord è abbastanza comprensibile visto quanto il film sia scandaloso, contestando a Washington di non essere stata in grado di motivare l'accusa di spionaggio a Pyongyang. Se dunque da una parte la polemica si affievolisce con l'arrivo in sala del film, con l'inserimento della Russia nella polemica la questione non è destinata a concludersi