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Tinto Brass compie 85 anni: ecco i 5 film essenziali del maestro dell’erotismo

E’ il maestro italiano dell’erotismo, noto in tutto il mondo per la sua arte cinematografica che unisce l’amore per il corpo femminile a temi talvolta più importanti. Tinto Brass, il 26 marzo, compie 85 anni e nella sua carriera ha girato circa 25 film, lanciando la carriera di stare come Stefania Sandrelli, Serena Grandi e Claudia Koll. Ecco allora 5 suoi film essenziali che non potete non aver visto.
A cura di Ciro Brandi
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E’ indubbiamente il maestro italiano dell’erotismo e nella sua carriera ha girato circa 25 film. Tinto Brass, (nome d’arte di Giovanni Brass, scelto per l’apprezzamento di sua nonna per il pittore veneziano Tintoretto), il 26 marzo, compie 85 anni e con le sue pellicole è riuscito a lanciare famose attrici italiane come Stefania Sandrelli, Serena Grandi, Claudia Koll, Francesca Dellera e Debora Caprioglio. L’ultima sua opera è stato il cortometraggio “Hotel Courbet”, del 2009, perché nel 2010 è stato colpito da un’emorragia cerebrale da cui, però, si è ripreso completamente. Nel 2013, al Festival di Venezia, il regista annunciò la realizzazione di “Ziva, l'isola che non c'è”, con protagonista la sua nuova musa, Caterina Varzi, ma l’opera non ha ancora visto la luce. Per festeggiare alla grande il suo compleanno, ecco 5 pellicole essenziali che non potete non aver visto.

“La chiave”(1983)

“La chiave” rappresenta il punto di svolta della sua carriera. Il film, basato sul romanzo del giapponese Jun'ichirō Tanizaki, ci porta a Venezia, alla vigilia della dichiarazione della Seconda Guerra Mondiale. Qui, Nino Rolfe (Frank Finlay) un anziano professore inglese, direttore della Biennale d'arte è sposato con Teresa (Sandrelli). Entrambi sono alla ricerca di novità nel loro rapporto sessuale e, così, un giorno, il marito lascia di proposito sul pavimento del suo studio la chiave che apre il cassetto in cui tiene nascosto il diario dove racconta le sue fantasie erotiche. Teresa trova la chiave, apre il cassetto e comincia a leggere e a scriverne uno tutto suo in cui racconta la sua passione per il fidanzato della figlia. Il film rilanciò anche la carriera di Stefania Sandrelli e suscitò grandissimo scandalo ma fu anche un clamoroso successo al botteghino. Ad oggi, è ritenuto il migliore della carriera di Brass anche per la maggiore cura alla fotografia (di Silvano Ippoliti), alla scenografia (di Paolo Biagetti) e alle musiche curate dal grande Ennio Morricone.

“Miranda”(1985)

Ispirato alla commedia “La locandiera”, di Carlo Goldoni, il film di Brass è ambientato nella Pianura Padana degli anni ’50 e ha come protagonista Serena Grandi nei panni di Miranda, una locandiera che attende da anni il ritorno del marito, disperso in guerra, ma nel frattempo si concede molte avventure con i vari personaggi che frequentano la sua locanda, dando anche consigli d’amore alle sue amiche. Nonostante la feroce stroncatura della critica, il film fu un grande successo e lanciò alla grande la giunonica Serena Grandi, imponendola come icona sexy de cinema italiano.

“Capriccio”(1987)

Brass s’ispira al romanzo “Lettere da Capri”, di Mario Soldati, per raccontare la storia della coppia americana formata da Fred (Andy J. Forest) e Jennifer (Nicola Warren) che, dopo la Seconda guerra mondiale, decidono di tornare a Capri, isola che ha visto nascere il loro amore e dove custoditi i loro migliori ricordi. I due, però, sono in crisi profonda e mentre Fred s’intrattiene con la procace Rosalba (Francesca Dellera), Jennifer rivive la passione con il passionale Ciro (Luigi Laezza), anche se alla fine la scintilla del loro amore rimarrà accesa. Anche stavolta, il maestro dell’erotismo fa centro, facendo conoscere un’altra musa, Francesca Dellera, e mettendo la solita cura nelle ambientazioni, nella fotografia e nelle scenografie, incorniciate, stavolta, dalle musiche di Riz Ortolani.

“Paprika”(1991)

In “Paprika”, tratto dal romanzo “Fanny Hill” scritto da John Cleland, Debora Caprioglio è Mimma, una ragazza che, nel 1948, decide di entrare in una casa di tolleranza per aiutare economicamente il suo fidanzato e, finalmente, sposarsi. Una volta lì, si fa chiamare Paprika ma scopre che, in realtà il suo ragazzo vuole solo sfruttarla e, allora, decide di continuare a lavorare come prostituta, fino a poco prima della Legge Merlin e la chiusura di tutte le case di tolleranza. Prima di allora, Paprika riesce a sposare un suo ricco cliente, il conte Bastiano Lusaschi (Renzo Rinaldi), sistemandosi per sempre. Con “Paprika”, Brass riesce a parlare in maniera molto realistica di un argomento sempre discusso e polemico come quello delle case chiuse, mescolandolo all’erotismo. Per questo, il regista andò incontro a critiche infinite ma a cui ormai era ampiamente abituato. Nel cast, tra l’altr, oltre ad una giovanissima Caprioglio e al grade Renzo Rinaldi, ci sono anche Riccardo Garrone, Nina Soldano, John Steiner e Martine Brochard. Piccolo gioiellini dell’erotismo made in Italy.

“Così fan tutte”(1992)

Nel 1992, Il regista assoldò l’allora poco nota Claudia Koll, per raccontare la storia di Diana, una commessa di Roma sposata con un uomo che la ama alla follia, ma ciò non basta a frenare i suoi impulsi sessuali. Spinta da una collega, la donna si concede varie scappatelle, raccontandole a suo marito e facendogli credere che siano solo fantasie. L’uomo, però, si accorgerà che quelle storie sono tutte vere e la lascerà per un periodo, per poi tornare sui suoi passi. Intanto, Diana si sarà data alla pazza gioia e, quando tornerà all’ovile, vivrà col marito trasgressioni mai provate prima. Brass si fece ispirare alla celeberrima e omonima opera di Mozart, scrivendo la sceneggiatura con Bernardino Zapponi e Francesco Costa. Con “Così fan tutte”, Brass invita a lasciarsi andare, a vivere la sessualità senza tabù, scavalcando anche il vincolo del matrimonio (e ciò gli provocò non pochi attacchi), assecondando così tutti gli impulsi che il corpo e la mente ci suggeriscono. Non mancano, naturalmente, scene di puro apprezzamento e ammirazione del corpo della bella Claudia Koll, provocante, sexy ma mai gratuitamente volgare, una ninfa che si muove tra le colorate scenografie di Paolo Biagetti e le musiche di Pino Donaggio, ammaliando lo spettatore dal primo minuto.

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