“Un americano a Parigi”: 65 anni fa usciva il musical capolavoro con Gene Kelly
Correva l'anno 1951 e il giorno era il 26 agosto, quando a Londra veniva presentato in anteprima mondiale un film destinato a segnare la storia del cinema musicale: "Un americano a Parigi" (uscito nelle sale Usa in autunno e solo a settembre 1952 in quelle italiane) festeggia 65 anni eppure resta ancora oggi un capolavoro senza tempo. Impossibile non provare i brividi di fronte al sensuale balletto che vede protagonisti Gene Kelly e Leslie Caron o resistere alla tentazione di battere il tempo con le sinfonie immortali di George Gershwin. Impossibile non restare ancora oggi a bocca aperta di fronte a quel caleidoscopio di colori, danze e musica che rappresenta la quintessenza della Hollywood degli anni d'oro.
Un musical premiato con sei Oscar
Diretto dallo specialista del genere Vincente Minnelli (marito di Judy Garland e padre di Liza Minnelli), "Un americano a Parigi" è uno dei pochi musical ad aver vinto l'Oscar come Miglior film, insieme ad altre cinque preziose statuette: Migliore sceneggiatura originale, Migliore scenografia, Migliore fotografia, Migliori costumi e Migliore colonna sonora. Celebrato dal ritorno in sala per il 65esimo compleanno in versione restaurata qualche mese fa, il film racconta la storia dell'americano Jerry e della francese Lise, destinati a un amore apparentemente impossibile nella Parigi del dopoguerra (quasi totalmente ricostruita in studio eppure bellissima e magica).
Le coreografie di Gene Kelly, la grazia di Leslie Caron
Cosa rende "Un americano a Parigi" tanto grande? Fiore all'occhiello della pellicola sono certamente le complesse e modernissime coreografie create da un Gene Kelly semplicemente straordinario, in quello che è il suo miglior film insieme a "Cantando sotto la pioggia" (firmato da Stanley Donen e dallo stesso Kelly nel 1952). Affiancato dalla deliziosa e angelica co-protagonista Leslie Caron, danzatrice francese al suo esordio sul grande schermo (poi anche in "Gigi"), l'attore-ballerino sfida la forza di gravità in una serie di numeri da capogiro, supportati da scenografie e costumi di immenso sfarzo. Ironia della sorte, in questi giorni si festeggia anche il compleanno di Kelly: nato il 23 agosto del 1912, avrebbe oggi 104 anni ma un duplice ictus se l'è portato via il 2 febbraio 1996. Per "Un americano a Parigi", Kelly ricevette un Oscar speciale in onore della sua "versatilità artistica di attore, cantante, regista e ballerino".
La colonna sonora di George e Ira Gershwin
Infine, last but not least, a rendere "Un americano a Parigi" un gioiello immortale sono ovviamente le sue indimenticabili musiche. Il film si ispira infatti all'omonimo poema sinfonico scritto nel 1928 da George Gershwin (noto anche per la celebre Rapsodia in Blu), cui il fratello di questi, Ira Gershwin, scrisse i testi delle parti cantate. Agli irresistibili "I Got Rhythm", "Our Love Is Here to Stay" o agli altri brani sopracitati, si aggiungono il "Concerto in Fa Maggiore" dello stesso Gershwin e le composizioni originali di Johnny Green e Saul Chaplin, premiate con l'Oscar. A distanza di oltre sei decadi, "Un americano a Parigi" è un classico imperdibile tutto da godere. E da ballare.