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Vallanzasca al cinema venerdì tra critiche e polemiche

Venerdì esordisce al cinema “Vallanzasca”, il film di Michele Placido che ha sollevato le polemiche di parte del mondo politico.
A cura di cinema fanpage
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Critiche sul nuovo film di Placido: Vallanzasca - Gli angeli del male

La solita querelle: che c'entra la politica con il cinema? L'intrattenimento è divertimento e nulla più, o si deve inabissare nella pesantezza della cultura colta e rinunciare magari del tutto ad intrattenere? Un problema che diventa enigma e che, secondo noi, è semplicemente mal posto. Ecco che quindi alcuni film e registi entrano nel dibattito politico, talora perché vi si spingono – magari in maniera scomposta e dilettantistica -, talaltra perché vi sono tirati per il bavero. Volenti o nolenti. In quale casistica rientri Michele Placido con il suo Vallanzasca – Gli angeli del male, proprio non sapremmo dire con certezza. Possiamo però affermare con sicurezza che si tratta di un film che si impreziosisce della partecipazione di eccellenti interpreti, dai chi ha scritto la colonna sonora di Vallanzasca – i Negramaro – , al protagonista (l'attore che al successo che verrà dal botteghino aggiunge il suo fidanzamento, secondo quanti assicurano di una storia d'amore tra Kim Rossi Stuart e Ilaria Spada).

Certamente se una priorità del regista pugliese era creare scalpore, va detto che vi è riuscito ottimamente ed aspetterà un eventuale ritorno in termini di incassi proprio questo week end, giorno in cui il suo film sarà al cinema (guarda il trailer di Vallanzasca). Ma la politica, d'altro canto, non ha rinunciato alla tentazione più diabolicamente viziosa, quella che negli ultimi decenni la determina più profondamente: fare dell'attualità un'occasione di consenso elettoralistico. Ecco che allora la Lega critica Vallanzasca – Gli Angeli del Male e che Libero ieri ha accusato Michele Placido di praticare l'arte del vittimismo come farebbe, in altra sede e settore, il giornalista Michele Santoro.

Michele Placido, infatti, avrebbe lamentato una censura, in base alla quale in Italia sarebbe "Vietato fare film su certi comportamenti della politica o su temi come i legami tra le stragi di mafia e i politici. Non bisogna pensare". Una chiusura tale da avere costretto registi ("di sinistra", precisa Libero) ad espatriare e a cercare fortuna altrove: "Marco Bellocchio non riesce a trovare finanziamenti per il suo film, mentre Gianni Amelio deve emigrare in Francia. Anche io andrò a fare i miei prossimi due film in Francia".

E proprio a proposito dei nuovi film, ecco che Placido rivela quale vorrebbe che seguisse a Vallanzasca: "Spero di riuscire anche a realizzare il mio sogno, un film su Mani Pulite che ovviamente non troverà mai un produttore italiano". E' vero quanto nota Libero: non ci si può lamentare se a parlare di politica, la politica finisca col parlare di te. Ma il problema di fondo è altrove dalla personalità e dalle intenzioni del regista di un capolavoro come Romanzo Criminale.

Se i registi vanno altrove in cerca di produttori, non è probabilmente questione politica come vorrebbe Placido, né vittimismo come sembrerebbe indicare Libero. La questione centrale, ancora una volta, è la cultura di cui è portatrice il popolo italiano ed occidentale in generale (con dovute differenze e sfumature) che permette il successo certamente di commedie e film noir anche impegnati ma dal ritmo necessariamente incalzante – come è certamente tutta la produzione di Placido – ma rende decisamente difficoltosa la riuscita ai botteghini di altro genere di film.

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