Via col vento, la vera storia della frase “Francamente me ne infischio”
"Via col vento" è uno di quei film che riesce a portare a casa ottimi dati d'ascolto anche 75 anni dopo la sua uscita nelle sale. Tratto dal romanzo omonimo di Margaret Mitchell è riuscito ad emozionare il pubblico di tutto il mondo. In tanti, infatti, si sono appassionati alla tormentata storia d'amore di Rossella O'Hara e Rhett Butler. Gli attori principali, Vivien Leigh e Clark Gable sono riusciti ad incarnare perfettamente il rapporto di amore e odio che vigeva tra i due protagonisti del romanzo.
Il film ha consegnato alla storia delle citazioni diventate vere e proprie pietre miliari. Tra tutte, spicca "Francamente me ne infischio" (in inglese "Frankly, my dear, I don't give a damn"). Quelle sono le ultime parole che Rhett dice a Rossella, sull'uscio della porta, prima di andare via. Dopo che l'uomo ha lottato tanto per lei, dichiara la sua stanchezza e con quella battuta, la fine della loro storia. All'epoca, però, usare quella frase fu molto rischioso. La parola "damn", infatti, poteva incorrere nel rischio di censura.
Un documento esposto presso la mostra dedicata a "Via col vento", realizzata presso l’Harry Ransom Center dell'Università del Texas, dimostra che il produttore David O. Selznick e lo story editor Val Lewton, lavorarono sodo per trovare l'espressione giusta. Alcune delle frasi che presero in considerazione furono: "Niente potrebbe interessarmi di meno", "La cosa non mi riguarda più", "La mia indifferenza è sconfinata", "Per me è lo stesso", "Mi sono ritirato dalla battaglia". Insomma, frasi più sobrie ma che di certo non sarebbero passate alla storia come è stato per la prescelta "Francamente, me ne infischio". Per fortuna, alla fine, Selznick decise di sfidare la censura e il coraggio l'ha premiato.