Vincent Cassel: “Parigi è la mia città, ma la guerra non è la soluzione”
Vincent Cassel è tornato al cimema per interrpetare il ruolo di Re Giorgio, un personaggio furbo e brutale, un personaggio nel quale in pochi hanno ammesso di rivedersi. Intervistato da Il Fatto Quotidiano, lui ammette di essere a suo agio in quel personaggio e quando gli chiedono quanto si sente un re, risponde quasi tronfio: "Non un re di cuori, ma un re di stronzi". Il film in questione è "Mon Roi" per la regia di Maïwenn Le Besco, tra i film premiati al Festival di Cannes.
Re Giorgio? Per me è una persona normale. Dietro i distinguo di facciata molti uomini si sono identificati in Giorgio: è come uno di noi, almeno è come molti di noi. Ma non ce lo vogliamo dire, deve rimanere un segreto, a discapito della verità. La verità ci fa paura.
Inevitabile un passaggio sulla sua relazione con l'ex moglie Monica Bellucci:
La convivenza con lei? Non so se è una cosa possibile
E sui tragici fatti di Parigi:
È la mia città, il mio quartiere: ‘Orribile, mamma mia, l'Isis, i terroristi!', potrei potrei dire quel che han già detto tutti, ma non lo farò. Oggi si grida alla guerra, si dichiara che "la Francia è in guerra", come se la guerra fosse iniziata qui e ora e non altrove anni e anni fa, come se in Libano o nella Nigeria dei Boko Haram non siano morte e muoiano ogni giorno centinaia di persone: ci volevano delle vittime francesi per accorgerci di quel che sta accadendo?
La soluzione per Vincent Cassel non è quella di scendere in guerra, una decisione che inoltre espone la Francia e la lascerebbe piegare al volere delle grandi potenze internazionali, su tutte gli Stati Uniti d'America.
Non ho la soluzione, so solo che tirare bombe non serve a nulla. Spero per la Francia che Francois Hollande sia all'altezza della situazione.