Vita di Pi: l’epico viaggio firmato Ang Lee
Sta per arrivare nei cinema, distribuito dalla Twentieth Century Fox, il nuovo film d'avventura diretto dal Premio Oscar Ang Lee, che uscirà nelle sale italiane il 20 dicembre. Tratto dal best-seller di Yann Martel, grande successo di critica e pubblico che ha vinto il prestigioso Booker Prize nel 2002, narra dell’incredibile esperienza di un ragazzo, scampato per miracolo al naufragio della nave sulla quale era salito a bordo insieme alla sua famiglia. Il giovane avrà dei singolari compagni di viaggio, ovvero quattro animali tra cui una tigre del Bengala, con la quale dovrà imparare a convivere per forza di cose. Alla deriva su una scialuppa di salvataggio in mezzo all’Oceano Pacifico, si ritroveranno a lottare per la propria sopravvivenza. Siete pronti a vivere questa sensazionale avventura?
La trama
Quando il padre di Pi (Adil Hussain), proprietario di uno zoo, prende la decisione di trasferirsi in Canada con tutti i suoi animali, per iniziare una nuova vita nel continente americano, il giovane è costretto ad abbandonare la propria quotidianeità per imbarcarsi sulla nave insieme alla famiglia. Il bastimento si ritrova ben presto nel mezzo di una tempesta e affondando lascia come unico superstite Pi, in balia delle onde. Il ragazzo si ritrova quindi in mare su una zattera insieme a quattro animali, tra cui una tigre del Bengala. I due inizieranno questa strenua lotta per la sopravvivenza non senza sorprese e imprevisti.
Il cast
Il regista ha passato diversi mesi provinando più di tremila attori che si erano proposti per il ruolo del protagonista Pi ma alla fine venne scelto Suraj Sharma, un giovane studente al suo primo film, che non era mai stato su un set prima di questo ingaggio. Per il ruolo di Yann Martel, lo scrittore del libro, erano stati inizialmente presi in considerazione Andrew Garfield e poi Tobey Maguire, ma a film completo, tutte le scene girate da Maguire sono state ripensate e rigirate con Rafe Spall nella sua parte, questo perché, a detta del regista, Maguire rischiava di offuscare la figura del protagonista data la troppa notorietà dell’attore statunitense. Nel cast ritroviamo anche Gérard Depardieu, in una piccola parte e Adil Hussain, nel ruolo del padre di Pi
La nostra recensione
Il giovane avrà dei singolari compagni di viaggio, ovvero quattro animali tra cui una tigre del Bengala, con la quale dovrà imparare a convivere per forza di cose. Alla deriva su una scialuppa di salvataggio in mezzo all’Oceano Pacifico, si ritroveranno a lottare per la propria sopravvivenza. Con “Vita di Pi” Ang Lee, regista che già in passato ci ha regalato titoli indimenticabili come “I segreti di Brokeback Mountain” e “La tigre e il dragone”, dà vita a un vero e proprio evento cinematografico incentrato non soltanto sul viaggio epico dei protagonisti ma anche sul sorprendente quanto improbabile legame che si instaura tra i due sopravvissuti. Il film si svolge in tre diversi continenti, attraverso due oceani, in un universo ricco d’immaginazione e l’occhio di Ang Lee, abbinato agli effetti del 3D, che puntano ad ampliare la profondità delle scene, trasforma il romanzo in un film dal potente impatto visivo, sorprendete per la bellezza delle immagini che rende sullo schermo. La storia, di per sé non semplice da trasporre cinematograficamente, rischia di avere alcuni momenti morti, ma l’attenzione dello spettatore viene tenuta alta grazie all’alternarsi di scene a volte strazianti, a volte ricche di umorismo e ironia. Si percepisce come nel narrare la storia di Pi, il regista abbia fatto uso delle più innovative tecnologie cinematografiche, grazie alle quali il film compie un balzo in avanti, verso pellicole che hanno fatto la storia come “Titanic” o il rivoluzionario 3D di “Avatar”. Grazie alla terza dimensione, il pubblico ha come la possibilità di partecipare al viaggio del protagonista, prendendo parte con lui alle spettacolari immagini. Per quanto siano diversi per temi e stile, Ang Lee non riesce a raggiungere i livelli di “Brokeback Mountain” ma firma comunque una pellicola che quasi sicuramente riuscirà a mettere d’accordo sia la critica che il pubblico.