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Wim Wenders, il genio visionario tedesco compie 70 anni

Il geniale e pluripremiato regista tedesco, autore di meravigliose pellicole come “La lettera scarlatta”, “Lo stato delle cose”, “Paris, Texas” e dello straordinario “Il cielo sopra Berlino”, oggi compie 70 anni ma non ha alcuna intenzione di adagiarsi sugli allori. Infatti, a breve, arriverà nelle nostre sale con “Ritorno alla vita”, con James Franco.
A cura di Ciro Brandi
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Il grande regista tedesco, noto in tutto il mondo, durante la sua carriera ha girato 48 perle cinematografiche, tra corti e lungometraggi, dal 1967 fino ai nostri giorni, dimostrando una competenza e una straordinaria capacità camaleontica davvero fuori dal comune. La sua voglia di cercare il bello nelle cose semplici, le riflessioni autentiche sul Bene e il Male, i dissidi interiori dei suoi personaggi, la descrizione dell’amore vissuto tra ombre e luci, tra estrema gioia e cupa malinconia, tutti elementi portati sempre al cinema come quadri viventi, opere uniche e oniriche che portano il suo indelebile marchio di fabbrica. Molte volte, Wim Wenders è comparso anche come attore nei suoi film, ritagliandosi piccoli camei, o in pellicole di suoi cari amici.

I primi cortometraggi

Wenders nasce a Düsseldorf, il 14 agosto 1945, e subito dopo il liceo s’iscrive alla facoltà di medicina per seguire le orme del padre, ma nel 1964, dopo solo un anno, cambia per filosofia e si appassiona alla pittura. Due anni dopo si trasferisce a Parigi, a soli 21 anni, e inizia a lavorare come incisore e a frequentare le lezioni dell’IDHEC – l’Institut des hautes études cinématographiques. In seguito, torna in Germania e, dal 1967 al 1970, studia all’Accademia del Cinema e Televisione di Monaco. Proprio al 1967 risale il suo primo corto, “Scenari”, al quale seguiranno “Lo stesso giocatore spara di nuovo”, “Ciak film” e “Victor I”. Nel 1968 inizia la collaborazione con la rivista specializzata Filmkritik e col quotidiano Suddeutsche Zeitung. Dal 1969 girerà altri quattro corti: “Alabama 2000 anni luce”, “Tre LP americani”, “Film sulla polizia” e “Città d’argento”. Nel 1968 sposa l’attrice Edda Kochl, dalla quale si separerà nel 1974. In seguito, avrà relazioni con altre attrici (Liza Kreuzer, Ronee Blakley e Isabelle Weingarten) e con la fotografa Donata Wenders, ma da nessuna di loro avrà figli, a causa della sua sterilità.

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I primi film di successo e l’esperienza americana

Sulla scia della Nouvelle Vague e sulla nascita del movimento del Nuovo Cinema Tedesco, Wenders fa il suo debutto al cinema con il lungometraggio “Estate in città”, che racconta la storia di Hanns e la sua difficile vita fuori dalla prigione. Seguiranno “La lettera scarlatta”(1973),  “Falso movimento”(1975) e “Alice nella città”, col quale inizia la “trilogia della strada”. La pellicola racconta dell’amicizia tra un reporter e una bambina, conquistando la critica e il pubblico. Gli altri due film sono “Falso movimento”(1975) e “Nel corso del tempo”(1976), nei quali ci sarà sempre uno dei suoi attori/feticcio Rudiger Vogler. Quest’ultimo film vince il Golden Hugo al Chicago Film Festival e il premi FIPRESCI al Festival di Cannes. I temi del viaggio e delle difficoltà della Germania post-bellica colpiscono la critica mondiale che, finalmente, si accorge di lui e aspetta con ansia i suoi prossimi lavori. Nel 1977 si distacca totalmente da queste tematiche, con “L’amico americano”, assoldando l’altro suo attore feticcio, Bruno Ganz, nei panni di un corniciaio che si troverà ad entrare nella malavita pur di sopravvivere. In seguito a questo film, il regista va in USA e dirige “Lampi sull’acqua – Nick’s Movie”, straziante film drammatico dedicato alle ultime ore di vita del suo amico regista Nicholas Ray.

“Il cielo sopra Berlino” e i grandi film degli anni ’80 e ‘90

Con “Lo stato delle cose”(1982), ambientato in Portogallo e Los Angeles, Wenders offre al suo pubblico una visione esasperata, amara e pessimistica sul cinema e sulla morte, raccontando la storia di un gruppo di comparse di un film di fantascienza e del suo regista. La pellicola è acclamatissima e riesce a portare a casa il Leone d’Oro al Miglior Film al Festival di Venezia. Nel 1984 esce  il road movie “Paris, Texas”, altro capolavoro con Nastassja Kinski e Harry Dean Stanton, che viene premiato con la Palma d’Oro a Cannes e con il BAFTA per la Miglior Regia. Con lo straordinario cult “Il cielo sopra Berlino”(1987), Wenders racconta – servendosi della collaborazione di Peter Handke per i dialoghi – la storia di due angeli, Damiel e Cassiel (Bruno Ganz e Otto Sander) che si aggirano per Berlino con la missione di ascoltare i pensieri delle persone. Damiel, però, finirà per innamorarsi della trapezista Marion e deciderà di cambiare il suo destino. A Wenders è andato il premio per la Migliore Regia al 40° Festival di Cannes e il film ha avuto anche un sequel, “Così lontano, così vicino”(1993) – che riceverà il Gran Premio della Giuria a Cannes – e un remake made in USA, “City of Angels – La città degli angeli”(1998), con Nicolas Cage e Meg Ryan. Gli anni ’80 si concludono con il documentario “Appunti di viaggio su moda e città”(1989). Nel 1991 porta a termine, dopo una gestazione di circa 20 anni, “Fino alla fine del mondo”, che riprende il tema del viaggio ma fuso con tematiche amorose e tenendo conto dell’avanzamento tecnologico. In seguito girerà il corto “Arisha”(1993), il già menzionato “Così lontano, così vicino”(1993), “Lisbon Story”(1994), “Al di là delle nuvole”(1995), co-diretto con Michelangelo Antonioni e il bellissimo “Buena Vista Social Club”, documentario in cui Wenders ci porta nel mondo dei musicisti Ry Cooder, Compay Segundo e altre star della musica cubana e che gli farà ottenere la prima nomination agli Oscar per il Miglior documentario. Tra il 1991 e il 1996, il regista Wenders è a capo della European Film Academy, di cui ancora oggi è il presidente, e dal 1993 è professore onorario all'Accademia del cinema di Monaco.

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I docu-film degli anni Duemila e il “Ritorno alla vita”

Nel 2000 è in USA a girare il thriller “The Million Dollar Hotel”, con Milla Jovovich e Mel Gibson che porterà a casa l’Orso d’Argento al Festival di Berlino. A seguire gira “La terra dell’abbondanza (2004) e il tributo ai film western “Non bussare alla mia porta”(2005), con Sam Shepard, Tim Roth e Jessica Lange. Nel 2008, il regista gira “Palermo Shooting”, su iniziativa del professionista siciliano Giovanni Callea, con un budget di 4 miliono di euro. Wenders tratta nuovamente temi a lui cari come il viaggio e le inquietudini interiori. Assoldando Giovanna Mezzogiorno e Dennis Hopper, il regista racconta la storia di un fotografo tedesco cge decide di dare un taglio alla sua vita frenetica, trasferendosi a Palermo. Qui sarò vittima di un uomo in cerca di vendetta, ma troverà anche l’amore, grazie ad una bella restauratrice. Presentato a Cannes, la critica non lo apprezzò e il pubblicò lo snobbò. Risale, invece, al 2011 il meraviglioso “Pina 3D”, musical incentrato sulla figura dell’eterea Pina Bausch, la famosa coreografa tedesca, esponente primaria del teatrodanza. Nel 2014 gira il docu-film “Il sale della terra”, col quale ottiene una nomination come Miglior documentario agli Oscar 2015. All’ultimo Festival di Berlino, Wenders ha ricevuto l’Orso d’Oro alla carriera e, il 24 settembre, sarà nelle nostre sale con “Ritorno alla vita”, storia d’amore e redenzione con James Franco, nei panni di Tomas, lo scrittore protagonista, Charlotte Gainsbourg, Rachel McAdams e Marie-Josée Croze.

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