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Hazanavicius e Godard non brillano a Cannes, fischi per il regista di “The Artist”

“The Search” di Michel Hazanavicius non viene accolto nel migliore dei modi, con fischi a fine proiezione. Critica più indulgente con l’opera sperimentale del maestro Godard, che tuttavia non si dimostra esaltante.
A cura di Andrea Parrella
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Non è andata come Michel Hazanavicius aveva forse immaginato, o desiderato, la prima del suo nuovo film "The Search" in concorso alla 67esima edizione del Festival del cinema di Cannes. Il regista, che due anni fa fece il pieno di riconoscimenti internazionali con il gioiellino "The Artist", sulla base della reazione della sala che non si è certo spesa in applausi, anzi semmai in fischi, e quella della critica, non può certo dirsi soddisfatto. Di certo, sulla sua pellicola con protagonista la sua compagna e musa Berenice Bejo (volto insieme a Jean Dujardin proprio di The Artist), pesa l'asettativa, o meglio il pregiudizio di una stampa che non accoglie ed apprezza all'unanimità il tratto melodrammatico delle sue opere. Il tema scelto da Hazanavicius è quello del conflitto russo-ceceno, tematica che Boris Sollazzo per il Sole ritiene nessuno sia stato in grado di affrontare mai nella forma più esaustiva. Secondo il critico non lo ha fatto nemmeno Hazanavicius. Più indulgente è Mereghetti, firma del Corriere della Sera, che forse colloca il film nella posizione più moderata che merita, definendo The Search "Un film «tradizionale» ma mai banale, girato e recitato con professionalità), che ci ricorda l’ignavia dell’Europa su quel conflitto e usa la simpatia del piccolo protagonista ceceno per portare lo spettatore a interrogarsi sulle vittime inermi di tutti i conflitti".

Il cuscinetto di Godard pare invece essere stata la sua fama recondita, quella di inventore di un cinema nuovo, moderno, che è approdato sulla Croisette con l'ambizioso Adieu au langage, un'opera caratterizzata da un 3D destrutturato, dalle atmosfere picassiane, che ha provato ad interrogarsi sulla fine di un'altra era nel modo di fare film. Gli applausi riservati al grande regista francese sono stati dettati da un riconoscimento universale che la critica gli riserva, a prescindere. Del suo film, aspetteremo di poterlo vedere per giudicare realmente. Il tutto conferma un'edizione di Cannes non proprio dai toni altisonanti, considerando che sino a questo momento il rumore l'hanno fatto i film scandalo, da Grace di Monaco a Welcome To New York, o gli arrivi in carrarmato dei Mercenari, Stallone e Schwarzenegger.

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