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“Il nome della rosa”, il capolavoro di Jean-Jacques Annaud usciva 30 anni fa

Il maestro francese Jean-Jacques Annaud, il 24 settembre 1986, portava nelle sale “Il nome della rosa”, capolavoro tratto dall’omonimo best seller di Umberto Eco, pubblicato nel 1980. Pubblico e critica furono conquistati subito grazie alla massima cura di ogni minimo dettaglio storico e scenografico e alla bravura dei due protagonisti principali, Sean Connery e Christian Slater.
A cura di Ciro Brandi
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Il 24 settembre 1986, negli USA veniva distribuito “Il nome della rosa”, uno dei capolavori del maestro francese e premio Oscar Jean-Jacques Annaud. La pellicola è basata sull’omonimo romanzo best-seller di Umberto Eco, pubblicato nel 1980, e il successo fu fulminante clamoroso. Come il romanzo, il film ci riporta all’autunno del 1327, quando in una maestosa abbazia benedettina italiana, arriva il francescano Guglielmo di Baskerville (Sean Connery) con il novizio Adso da Melk (Christian Slater) per un concilio francescano. Guglielmo, però, viene inviato anche per indagare su misteriose morti di alcuni frati, ma il suo lavoro sarà ferocemente ostacolato. Il francescano dovrà trovare la soluzione all’enigma al più presto, prima dell’arrivo della Santa Inquisizione.

“Il nome della rosa”, un mix di thriller e satira anticlericale

Il lavoro di progettazione del film di Annaud è iniziato molti anni prima della sua uscita, addirittura, nel 1981. Per girarla, invece, sono bastati 4 intensi mesi, in giro per la Germania, l’Abruzzo, Cinecittà e la Puglia. Il cineasta francese raccolse subito il consenso del pubblico e della critica grazie alla sua versione cinematografica meno complessa e didascalica rispetto al romanzo di Eco. Per la sceneggiatura, Annaud scelse Andrew Birkin, Gérard Brach, Howard Franklin e Alain Godard e decise di rendere volutamente più “fluide” le tematiche e gli stessi dialoghi del libro, con l’approvazione anche di Eco, che visionò costantemente il suo lavoro. La ricostruzione storia e delle strutture come l’abbazia e la biblioteca rispecchia, in maniera certosina, quella del libro e anche le atmosfere gotiche, la suspense del thriller “alla Sherlock Holmes”, l’ironia e la satira anticlericale sono state, naturalmente, mantenute, ma Annaud smorza l’eccessiva serietà del romanzo. In più, il regista ha lavorato, con i nostri Dante Ferretti, la costumista Gabriella Pescucci e il direttore della fotografia Tonino Delli Colli per portare sul grande schermo elementi di grandissimo impatto visivo.

Il talento di Sean Connery e Christian Slater e i premi

Uno dei pilastri del film è il talento dei due attori protagonisti: Sean Connery e Christian Slater. Il primo era già molto amato per il ruolo di James Bond e il ruolo di Guglielmo di Baskerville lo riportò nell’Olimpo di Hollywood dopo alcune pellicole non azzeccatissime. L’attore riuscì a vincere anche un BAFTA come Miglior attore protagonista e fu nominato ai Nastri d’Argento come Miglior attore straniero. Christian Slater, invece, all’epoca aveva solo 16 anni e “Il nome della rosa”(in cui gira anche una scena di sesso molto esplicita con l’attrice Valentina Vargas) fu un grandissimo trampolino di lancio e, infatti, da quel momento, la sua carriera ha preso il volo, senza più fermarsi. Il film, costato circa 17 milioni di dollari, riuscì ad incassarne 77 e, tra i premi vinti, ci sono 2 BAFTA (Miglior attore protagonista e Miglior trucco); il Premio César come Miglior film straniero; 5 David di Donatello (Miglior fotografia, Miglior produzione, Migliori costumi, Migliore scenografia e David René Clair ad Annaud) e 3 Nastri d’Argento (Miglior fotografia, Migliori costumi e Migliore scenografia).

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