“ESP – Fenomeni paranormali”: la recensione
E' il primo lungometraggio dei fratelli Stuart e Colin Vicious, noti come Vicious Brothers. Appena ho visto il trailer tempo fa, mi sono subito chiesto: cosa ci sarà di nuovo rispetto a film horror come “The Blair Witch Project”, “My Little Eye”, “Paranormal activity 1-2”e “Rec”? Praticamente poco o nulla.
I Vicious Brothers mettono al centro della storia l’attore Sean Rogerson nei panni di Lance Preston, giornalista a capo di una troupe televisiva che intende dare la caccia ai fantasmi all’interno dell’Ospedale Psichiatrico abbandonato di Collingwood, il tutto per fare incetta di ascolti con la trasmissione ESP-Fenomeni Paranormali. L’ospedale in questione è un luogo in cui si praticavano esperimenti di neurochirurgia su pazienti infermi e, da anni, si verificano strani eventi, a cui nessuno sa dare una spiegazione. La troupe decide di chiudersi per una notte intera nell’edificio, in modo da poter catturare con le telecamere ad infrarossi, piazzate in maniera strategica, qualsiasi “fenomeno” che possa suscitare la curiosità degli spettatori. Ma presto si pentiranno. Il posto nasconde ben più di quanto di aspettassero.
L’idea del reportage giornalistico, o mokumentary, è ripresa per intero da “REC” di Jaume Balaguerò e Paco Plaza, e l’intero progetto segue perfettamente la dinamica dei film sopracitati. “ESP – Fenomeni Paranormali” (dove ESP sta per Extra-Sensory Perception, ma il titolo originale è “Grave Encounters”) non aggiunge niente a quello che abbiamo già visto: il filmato ritrovato, fantasmi che terrorizzano nel buio o appesi alle pareti, porte che sbattono, oggetti lanciati in aria, presenze alle spalle, voci smorzate, morti strazianti. Gli unici punti a favore sono gli effetti speciali e sonori molto curati e, soprattutto, il fatto che il film non si chiude all’improvviso, come accade quasi in tutte le altre pellicole dello stesso genere. Qui assistiamo ad una carneficina immane, a tratti davvero molto cruenta ed impressionante.
Siamo, quindi, alla prese con una mera azione commerciale, figlia dei nostri tempi, in cui si cerca di cavalcare l’onda del successo di altri film usciti pochi anni fa, pensando di imbambolare il pubblico meno attento. Purtroppo le idee latitano e i remake abbondano. Sarebbe meglio aspettare tempi più maturi e riporre la telecamera prima di avventurarsi in fastidiosi deja vu cinematografici.
Voto: 5