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30 anni fa usciva “Chi ha incastrato Roger Rabbit”, il cult di Robert Zemeckis da 4 Oscar

Il capolavoro di Robert Zemeckis, prodotto da Steven Spielberg, vide la luce a New York il 21 giugno 1988. Cult dei film a tecnica mista, il film riuscì a portare a casa ben 4 Oscar e ad incassare circa 329 milioni di dollari e ad entrare nella storia del cinema. Le (dis)avventure del coniglio, di sua moglie Jessica Rabbit e dell’investigatore Eddive Valiant continuano ad avere lo stesso appeal anche 30 anni dopo.
A cura di Ciro Brandi
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Il geniale Robert Zemeckis, dopo “All’inseguimento della pietra verde”(1984) e “Ritorno al futuro”(1985), il 21 giugno 1988 sbarcava nelle sale di New York con “Chi ha incastrato Roger Rabbit”, capolavoro dei film a tecnica mista, cioè con attori reali e  personaggi d’animazione, prodotto dal Re Mida Steven Spielberg. Zemeckis ci porta nella Hollywood del 1947, dove il proprietario degli studi di animazione R. K. Maroon ha problemi con Roger Rabbit, un cartone che non rende più come una volta. Il proprietario, allora, decide di assumere l’investigatore privato Eddie Valiant (Bob Hoskins) perchè teme che il suo comportamento sia dovuto al potenziale tradimento della moglie, la conturbante Jessica Rabbit. Valiant, infatti, la fotograferà con Marvin Acme (Stubby Kane), titolate dei terreni dove sono situati gli studi e Roger rimane sconvolto. Il giorno dopo, Acme viene trovato morto e sul luogo del delitto ci sono le impronte dei guanti di Roger. Il coniglio finirà nelle grinfie dello spietato giudice Morton (Christopher Lloyd) e da quel momento, inizieranno le sue (dis)avventure.

Tematiche importanti e un impatto visivo unico

Jeffrey Price e Peter S. Seaman scrissero la sceneggiatura del film ispirandosi al romanzo “Who Censored Roger Rabbit?”, di Gary K. Wolf e, su indicazioni dello stesso Zemeckis, costruirono una sorta di crime comedy con tantissimi personaggi d’animazione appartenenti anche ad altre case di produzione.  Probabilmente non adattissima ai bambini, perchè incentrata principalmente su tematiche come l'adulterio, l’avidità di denaro e la morte, la pellicola risultò però subito di grandissimo impatto visivo. Vedere sullo stesso schermo personaggi della Disney, Warner Bros, MGM, quindi Bugs Bunny, Topolino, I sette Nani, Pluto, Pinocchio e Betty Boop fu davvero clamoroso e inaspettato e rappresentò uno dei “plus” che porta il film ad un altro livello. Non era la prima volta che al cinema usciva un film con tecnica mista (vedi "Elliot, il drago invisibile", “Mary Poppins” o “Pomi d’ottone e Manici di Scopa”), ma gli effetti speciali di Ken Ralston, Richard Williams, Ed Jones e George Gibbs hanno saputo creare un’interazione assolutamente inedita, dinamica e credibile, raggiungendo una perfezione che, per l’epoca, fu strabiliante e infatti furono premiati con l’Oscar.

Roger Rabbit e il potere della risata

Naturalmente, anche l’improbabile amicizia tra l’investigatore Valiant e il coniglio animato, uniti contro i malvagi piani di Morton, ha dell’incredibile e proprio la loro alleanza, nel corso della pellicola, finisce con l’annullare le tematiche noir per aprirsi ad un’atmosfera decisamente più divertente e spassosa. Roger Rabbit (doppiato nella versione originale da Charles Fleischer) è la colonna portante del film ed è lui che, ad un certo punto, afferma che l’unica e più potente arma che abbiamo è la risata, facendo sgretolare il muro tra “umani” e “cartoni” e riportando tutti sullo stesso piano. A fargli da contraltare è la giunonica Jessica Rabbit, diventata una vera e propria icona del cinema, soprattutto grazie alla canzone “Why Don’t You Do Right”, cantata nel film da Amy Irving e allo stile da femme fatale che, attenzione, non doveva somigliare a nessun’altra star o personaggio già esistente. Il grande Bob Hoskins, scomparso nel 2014, diede prova di grandissimo talento perchè sul set era “costretto” a recitare con manichini e burattini e, infatti, per la sua straordinaria performance fu nominato ai Golden Globe come Miglior attore in un film commedia o musicale.

4 Oscar e un incasso di 329 milioni di dollari

Prima dell’uscita del film, però, Zemeckis dovette fare i conti con Michael Eisner. Il presidente della Disney di allora, infatti, trovò che contenesse troppe allusioni sessuali e frasi volgari, non in linea con gli standard Disney. Il compromesso fu quello di distribuirlo con il marchio Touchstone Pictures (major appartenente sempre alla Disney) e comunque i timori di Eisner svanirono  quando il film arrivò ad incassare ben 329 milioni di dollari, diventando, all'epoca, il 20° film più redditizio della storia del cinema e il secondo film più visto nel 1988 dopo “Rain Man – L'uomo della pioggia”.  La pellicola fu nominata a 6 Oscar e riuscì a portarne a casa ben 4: Miglior montaggio, Miglior montaggio sonoro, Migliori effetti speciali più un Oscar Speciale a Richard Williams per la creazione e la direzione delle animazioni. Per anni si è parlato di un sequel ma solo nel 2006, il regista J.J Abrams confessò che all’epoca era stato contattato per lavorare alla sceneggiatura di un secondo capitolo, assieme a Steven Spielberg, ma poi il progetto si è totalmente arenato.

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