After 2, Dylan Sprouse tra Josephine e Hero: “Trevor non è cattivo”, il cast racconta il film
Dopo il successo di After arriverà il 2 settembre nei cinema in Italia il secondo capitolo della saga tratta dai libri di Anna Todd, After 2. Prosegue il racconto del turbolento rapporto tra Tessa e Hardin, protagonisti di questa storia che sul grande schermo sono interpretati da Josephine Langford e Hero Fiennes Tiffin. Al cast, per questo secondo film, si è aggiunto Trevor (Dylan Sprouse), colui che sconvolgerà definitivamente i piani di Tessa e che è la vera novità di questo film, trattandosi di un personaggio che non esiste nei racconti originali e che, come ci ha spiegato Anna Todd in un'intervista, rimpiazza il personaggio di Zed.
In occasione del lancio di After 2, girato prima della pandemia di coronavirus, Fanpage.it ha avuto modo di intervistare i tre protagonisti del film in videoconferenza. Josephine, Hero e Dylan hanno raccontato l'esperienza del set e il loro modo di leggere una storia che ha appassionato prima migliaia di lettori e poi altrettanti spettatori.
La prima cosa evidente di questo After 2 è la new entry, Dylan Sprouse. Vorrei chiedere a Josephine e Hero la prima impressione che avete avuto nel lavorare con lui. Potete essere politicamente corretti, ma non siete obbligati.
Hero: Sono stato fortunato ad averlo conosciuto prima del film, abbiamo avuto modo di avvicinarci prima che iniziassimo a lavorare insieme. Mi ricordo il primo giorno di set assieme, Dylan era impegnato in una scena da solo, giusto un paio di battute che avrebbe potuto anche cambiare. Quei venti minuti sono stati divertentissimi, ogni singolo take sembrava scritto per uno spettacolo di stand up comedy. Spero di riuscire a rivederli e devo dire che sono rimasto subito impressionato.
Josephine: La prima impressione è stata "OK, è molto elegante" perché aveva questa t-shirt infilata nei jeans… In ogni caso credo sia una persona molto genuina e lavorare con lui è stato meraviglioso.
Dylan: Entrambi molto gentili, vi ringrazio.
Dylan sei il nuovo ingresso nel cast e probabilmente il tuo personaggio, Trevor, è il più lontano da quelli raccontati nei libri di Anna Todd. Sconvolgi gli equilibri di Tessa e sei la causa definitiva della sua crisi. Di base sei il cattivo di turno, sei d'accordo con questa definizione e come ti sei trovato nel ruolo?
Dylan: Non so se possa essere definito "il cattivo" e non credo i personaggi si dividano in buoni o cattivi, ci sono molte zone grigie. Certamente il mio è un personaggio complica le dinamiche della storia, penso però che Trevor non sia una persona negativa. Rappresenta qualcosa di molto differente da Hardin, è molto focalizzato sul suo lavoro, punta a migliorare se stesso, la sua vita, il rapporto con la sua famiglia, i suoi amici. Credo che in un certo senso Tessa venga inclusa in questi suoi progetti e inconsapevolmente questo lo porti a intromettersi tra lei e Hardin.
Josephine, nel primo capitolo Tessa è un'adolescente che diventa donna. Che tipo di evoluzione dobbiamo aspettarci da lei in After 2?
Josephine: Credo vi dobbiate aspettare una donna che cerca di risolvere la sua relazione. Il primo film è stato per lo più un percorso di crescita, con lei che diventa maggiorenne e matura, mentre adesso Tessa si prende le sue rivincite, affronta un tirocinio, sta andando avanti con la sua vita e in questo secondo film si entra di più nella sua storia relazione con Hardin.
Hero, all'inizio del secondo libro Hardin mostra che la paura di perdere Tessa ha fatto crollare tutte le sue certezze e lo ha reso vulnerabile. Questa evoluzione del personaggio ha portato Hardin ad essere più vicino o più lontano alla persona che sei davvero?
Non saprei. Credo che Hardin si trovi in un periodo della sua vita molto pesante dal punto di vista emotivo da cui vuole uscire. Scegliere di scappare o prendere di petto cose del genere credo dipenda dalla persona e Hardin vuole certamente mettere le cose a posto. Questo processo gli permette di capire meglio chi è.
Hero e Dylan, da questo film uscite entrambi, inevitabilmente, come dei sex symbol. Vi riconoscete in questa cosa?
Hero: Non mi rivedo esattamente in questa definizione, ma mi fa piacere che le persone vedano questo nel mio personaggio, in fondo è quello che è. Sono lusingato, è molto bello che le persone lo pensino e finisce lì.
Dylan: Per quel che mi riguarda questa cosa non la vedo affatto. Questa considerazione la faccio da sempre, anche con la mia compagna, del tipo "se può farlo lui, tutti possono farlo". Io sono il ragazzo comune cui le persone si rapportano. Non sono un ragazzo sexy, do una speranza a tutti di esserlo.
Quella del sesso è una chiave importante per analizzare il film, non solo per l'elemento pruriginoso ma perché mi sembra un aspetto fondamentale di questo secondo capitolo, visto che giudicando dal trailer ci sono diverse scene spinte rispetto al primo After. Girarle vi ha messo a disagio?
Josephine: No, perché si è trattato di una cosa professionale e molto coreografata. Siamo stati fortunati perché ci conoscevamo già e si trattava dello stesso gruppo di lavoro del primo film. Questo clima familiare ha reso tutto molto più semplice.
Hero: Sì anch'io credo che più fai una cosa più ti risulta semplice. Ma non credo ci fosse competizione o aspettative in questo senso, perché questo è un lavoro e facciamo le cose in modo professionale, quindi non credo ci sia stata alcuna differenza rispetto alle altre scene.
Dylan: In verità, senza fare spoiler, non ho avuto scene di questo tipo a differenza loro. A parte questo aspetto credo che sul set tutti sono stati molto professionali e in questo contesto anche scene di questo tipo non rappresentano un problema.
L'ultima domanda riguarda il periodo che stiamo vivendo. Il vostro film arriverà in sala dopo mesi di chiusura dei cinema. Vi spaventa l'idea che il vostro lavoro e il settore intero possa uscire del tutto cambiato dal Covid?
Josephine: Penso che dobbiamo ritenerci molto fortunati di essere dove siamo in questo momento, considerando il fatto che in questo momento ci sono persone che stanno lottando per sopravvivere.
Hero: Credo che la visione domestica stia avendo un ruolo sempre maggiore e rappresenta un'altra fetta di mercato importante che può aiutare il sistema, ma è sicuramente triste che le persone non possano più andare al cinema come accadeva prima. La situazione è quella che è, non penso sia la fine del mondo.
Dylan: Come ha detto Hero qualsiasi cosa è stata travolta da quello che è accaduto, non solo il cinema. Non penso che questo penalizzerà molto la visibilità del film perché molte persone potranno guardarlo da casa. Chiaramente è triste vedere limitata l'esperienza della sala e spero che presto tutto possa tornare alla normalità. Sono ottimista.