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All’asta la casa che ispirò il film “Up”: rischia di essere abbattuta

Per il celebre film d’animazione, gli autori Pixar si ispirarono alla storia della coraggiosa Edith Macefield. Ne 2006 l’anziana signora rifiutò un’offerta di un milione di dollari pur di non vendere la sua casetta di Seattle, che finì letteralmente circondata di palazzi. Ora l’abitazione è finita all’asta e rischia di essere abbattuta.
A cura di Valeria Morini
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I fan della Disney Pixar ricorderanno bene la casetta del protagonista di "Up", uno dei classici d'animazione più amati degli ultimi anni. Soffocata dai grattacieli, minacciata di abbattimento dalle ruspe del progresso edile, la piccola e graziosissima abitazione di Carl Fredricksen se ne volava via trasportata da un infinità di palloncini, verso un mondo nuovo sognato dal burbero e anziano protagonista. Forse non tutti sanno, però, che il film è ispirato a una storia vera. L'edificio autentico, dal design molto simile a quello della casa di Carl, si trova a Seattle ed è divenuto famoso nel 2006 poiché la proprietaria Edith Macefield, allora 84enne, rifiutò di venderla a un'impresa edile che le aveva offerto la bellezza di un milione di dollari. L'azienda costruttrice acquistò comunque i terreni circostanti ed edificò il gigantesco complesso che tuttora sovrasta la casa. La signora Macefield divenne un simbolo della resistenza all'abuso edilizio, ispirando la pellicola Pixar uscita nel 2009.

Ebbene, a distanza di quasi dieci anni da quel coraggioso "no", il destino della magione sembra drammaticamente segnato. Gli attuali padroni di casa hanno contratto debiti per 163 mila dollari e sono costretti a mettere l'abitazione all'asta. Il lato più triste della vicenda sta nel fatto che, in questo modo, la casetta rischia ora di essere abbattuta. La signora Macefield è infatti purtroppo morta di cancro nel 2008 dopo una vita intensissima in cui ha girato il mondo, ha suonato a livello professioale il clarinetto (esibendosi anche con il celebre jazzista Benny Goodman), è stata una una spia durante la Seconda guerra mondiale e addirittura detenuta nel campo di concentramento di Dachau. Trasferitasi nella casetta di Seattle nel 1952, vi ha trascorso lì oltre sessant'anni della sua vita, fino a diventare, suo malgrado, un'eroina popolare, tanto che esiste un festival musicale a lei dedicato e diverse persone hanno deciso di tatuarsi l'immagine della sua casa. La realtà è purtroppo ben diversa dai film d'animazione. La casa di Edith Macefield non potrà essere salvata da una nube di palloncini.

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