“Amy”, il documentario sulla Winehouse tra musica e ricerca d’amore
Il documentario “Amy”, di Asif Kapadia (“Senna”), è stato presentato ieri al Festival di Cannes, fuori concorso, emozionando la critica. L’opera arriva a quattro anni di distanza dalla scomparsa di Amy Winehouse, amatissima jazz-star morta a soli 27 anni, il 23 luglio 2011, a causa di uno shock chiamato "stop and go", ovvero dall'assunzione di una massiccia dose di alcol dopo un lungo periodo di astinenza. Il documentario di Kapadia è composto da Tante immagini e video, molti messi a disposizione dalla famiglia, per raccontare, attraverso tante testimonianze e tanta musica, la fragilità di una ragazza dotata di un talento straordinario che da giovanissima si trova a gestire un successo troppo ingombrante, ma che era considerata una delle esponenti più talentuose in assoluto della nuova generazione del soul bianco. Kapadia ha tenuto a precisare che:
Si tratta di un film su una persona che desidera amore e non sempre ne riceve
Infatti, nel documentario ampio spazio è dedicato anche alla potenziale influenza negativa di suo marito Blake Fielder-Civil, grande amore della sua vita ma anche l’uomo che l’ha portata all’uso di droghe, verso la bulimia, l’alcool e l’uso abituale di antidepressivi.
Amy Winehouse, una vita in musica
12 milioni di album, sei singoli di successo al top delle classifiche di tutto il mondo tra cui “Rehab”, “You Know I’m No Good” e “Love is a Losing Game”, sono numeri da cui Kapadia non poteva assolutamente prescindere e, infatti, per realizzare il film è partito dall'idea che proprio le sue canzoni potessero fare da canovaccio al suo lavoro. Del resto, i testi della Winehouse sono sempre stati estremamente personali e che li usava come una terapia per rivedere se stessa e le sue emozioni. Il documentario arriverà nelle sale inglese il 3 luglio prossimo, mentre sarà nelle sale italiane a metà settembre con Nexo Digital e Good Films. Intanto, i fan possono godersi lo splendido ed emozionante teaser trailer originale.