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“Amy” in sala a settembre, arriva in Italia il documentario su Amy Winehouse

Sarà nelle sale il 15, 16 e 17 settembre il film di Asif Kapadia, ritratto della grande cantante soul a quattro anni dalla sua scomparsa. Un documentario che scava nella vita e nella personalità dell’artista, raccontandone l’enorme talento ma anche tutta l’umana fragilità.
A cura di Valeria Morini
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Dopo la presentazione tra le proiezioni speciali all'ultimo Festival di Cannes, arriva anche in Italia l'atteso documentario "Amy", dedicato alla vita e alla carriera dell'immensa e indimenticata Amy Winehouse. Sarà nelle sale come evento speciale per sole tre date, il 15-16-17 settembre. Il film esce a quattro anni da quel 23 luglio 2011 che segnò la fine prematura di un'artista dalla vocalità sovrumana e dal talento cristallino, una delle ultime grandi rappresentanti del soul – quello puro e duro – che in pochi anni e con un paio di album è diventata un'icona mondiale. Amy è morta per abuso d'alcool a soli 27 anni, l'età "maledetta" che ha strappato precocemente alla vita tante celebri rockstar da Jimi Hendrix a Jim Morrison, da Kurt Cobain a Janis Joplin (una che, quanto a potenza vocale e ad autodistruzione, con la Winehouse ha parecchio in comune).

Un doc per raccontare la "ragazza dietro il nome"

Come lascia intendere il sottotitolo "The Girl Behind the Name", il film diretto da Asif Kapadia (già autore di "Senna", sul compianto pilota di Formula 1) mira a raccontare non solo l'ascesa artistica della cantante ma soprattutto il suo tormentato percorso esistenziale, segnato da una lunga serie di problemi con droghe e alcolici, dalle difficoltà a gestire la propria immensa popolarità, dalle sciagure sentimentali. Il regista interroga gli amici più stretti, va a scovare preziosi filmati spesso inediti (come il bellissimo filmato in cui canta "Happy Birthday" a soli 14 anni), propone persino la testimonianza dell'ex marito Blake Fielder-Civil, il grande amore della sua vita da molti considerato corresponsabile della sua inarrestabile discesa verso  la fine.

Il padre della Winehouse ha rinnegato il film

Mitch Winehouse, il padre di Amy, ha pubblicamente disconosciuto il lavoro di Kapadia, vedendosi descritto in modo a suo dire falsato e offensivo. Per molti, comunque, il documentario è un ritratto toccante e persino doloroso, perché mette in luce la fragilità di un'artista dal destino tragico e forse predestinato, la cui scomparsa ha lasciato un enorme vuoto nella cultura musicale contemporanea, oltre all'amara sensazione che Amy avrebbe potuto dare ancora molto, molto di più. Qui l'elenco completo delle sale in cui verrà proiettato il film, distribuito da Good Films e Nexo Digital.

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