Carlo Verdone, 65 anni “un sacco belli”
In molti l’hanno definito come il vero erede di Alberto Sordi, per la sua capacità di portare sul grande schermo i vizi e le virtù degli italiani in maniera semplice e realista. In parte è vero, ma Carlo Verdone, nella sua lunga carriera, ha saputo ritagliarsi un enorme spazio nella storia del cinema italiano grazie al suo stile ampiamente riconoscibile e a personaggi comici che ci hanno fatto morire dalle risate come il coatto Enzo, il bambinone immaturo Mimmo, il romano volgarotto Ivano, il logorroico Furio, l’hippie Ruggero Brega e tantissimi altri. 26 film da interprete, regista e sceneggiatore, 14 solo da attore e poi documentari, videoclip, pubblicità, radio che gli sono valsi 9 David di Donatello, 8 Nastri d’Argento, 3 Globi d’Oro e una caterva di altri premi.
Il cinema nel sangue
Verdone è nato a Roma il 17 novembre del 1950 ed è cresciuto “respirando” cinema. Il padre, infatti, è Mario Verdone, critico cinematografico e docente universitario scomparso nel 2009, e sin da piccolo, quindi, viene a contatto con registi importanti come Antonioni, Rossellini e De Sica. Dopo il diploma al liceo classico, Verdone consegue anche il diploma al Centro Sperimentale di Cinematografia e si laurea con una tesi sul cinema muto italiano. Assieme al fratello Luca (l’attore ha anche una sorella, Silvia, sposata con Christian De Sica) inizia a girare cortometraggi – “Poesia solare”(1969), “Allegoria di primavera”(1971) e “Elegia notturna”(1973) – lavorando anche in televisione in programmi come “Non stop”(1978) e come regista di alcuni spot. Il fratello lo dirige a teatro nello spettacolo “Tali e quali”, dove si esibisce in una carrellata dei suoi mitici personaggi, ancora grezzi e non studiati per il cinema, e lavora come assistente alla regia di Rossetti, Zeffirelli e Bertolucci, che gli offrono anche piccolissime parti nei propri film.
Sergio Leone, “Un sacco bello” e le commedie degli anni ‘80
Prima dell’esordio sul grande schermo, Verdone apprende le tecniche di ripresa e conduzione di un set dal maestro Sergio Leone. Più volte, l’attore nelle interviste ha dichiarato che Leone non gli ha fatto nessuno “sconto” e, anzi, è stato severissimo, ma fondamentale per la sua formazione. Il debutto da regista sul grande schermo avviene nel 1980 con la commedia “Un sacco bello”. Verdone porta al cinema personaggi come Enzo, Ruggero Brega, Leo Nuvolone, Don Alfio e Anselmo e ciò gli valse un David Speciale, un Globo d’oro e un Nastro d’Argento al Migliore attore rivelazione. Da quel momento, la sua carriera non conosce sosta e gira pellicole di successo come “Bianco, rosso e Verdone”(1981), “Borotalco”(1982) con Eleonora Giorgi e Christian De Sica, “in viaggio con papà”(1982) diretto da Alberto Sordi, “Grand Hotel Excelsior”(1982) con Adriano Celentano e Diego Abatantuono, seguiti da “Acqua e sapone”(1983), “I due carabinieri”(1984), “Troppo forte”(1986) con Alberto Sordi, “Io e mia sorella”(1987), “Compagni di scuola”(1988) e “Il bambino e il poliziotto”(1989). Nel 1986 prende parte anche alla commedia cult “Sette chili in sette giorni”, diretta dal fratello Luca. Nel 1980, l’attore si sposa con Gianna Scarpelli, dalla quale ha avuto i suoi due figli, Giulia e Paolo. I due, però, si separeranno nel 1996.
Il pluripremiato “Maledetto il giorno che t’ho incotntrato” e il blockbuster “Viaggi di nozze”
Gli anni ’90 si aprono con “Stasera a casa di Alice”, con Sergio Castellitto e Ornella Muti e nel 1992 con “Maledetto il giorno che ti ho incontrato”, in cui recita con Margherita Buy, Verdone fa il botto ai David di Donatello, portandone a casa 5, e vincendo anche 2 Globi d’Oro,1 Ciak d’Oro e alla Buy viene assegnato anche il Premio Flaiano alla migliore interprete. Nel 1994, è già sul set di “Perdiamoci di vista”, con Asia Argento nei panni di Arianna, ragazza sulla sedia a rotella che accusa il presentatore Gepy Fuxas (Verdone) di strumentalizzare le disgrazie altrui nella sua trasmissione. Il suo più grande successo commerciale è, comunque, “Viaggi di nozze”, del 1995, in cui recita accanto a Claudia Gerini e Veronica Pivetti. Verdone interpreta personaggi cult come Raniero Cotti Borroni, Giovanni De Berardi e Ivano Vecchiarutti ed entra nel cuore degli italiani con una forza dirompente. Tuttavia, i tre film successivi – “Sono pazzo di Iris Blond”(1996), “Gallo cedrone”(1998) e “C’era un cinese in coma”(2000) – non ottennero, però, lo stesso successo delle commedie precedenti.
La trilogia di “Manuale d’amore” e i primi anni Duemila
Dopo aver preso parte a “Zora, la vampira” dei Manetti Bros., con “Ma che colpa abbiamo noi”(2003) e “L’amore è eterno finchè dura”(2004), Verdone mescola dramma e comicità, risate e psicoanalisi, il mix che il suo pubblico, ormai, preferisce. Nel 2005 gira “Manuale d’amore” di Giovanni Veronesi, grande successo al botteghino, mentre l’anno successivo assolda Silvio Muccino per “Il mio miglior nemico” e gira il sequel “Manuale d’amore 2 – Capitoli successivi”. Nel 2008, porta al cinema “Grande, grosso e… Verdone”, un revival dei suoi grandi personaggi, invecchiati, ma con gli stessi comportamenti e ideali fuori dagli schemi. Nello stesso anno, Giovanni Veronesi lo rivuole per la commedia ad episodi “Italians” e nel 2009 torna alla regia con “Io, loro e Lara”, con Laura Chiatti. Con Veronesi chiude la trilogia con “Manuale d’amore 3”, nel 2011.
Gli ultimi successi e la nuova commedia “L’abbiamo fatta grossa”
Carlo Verdone è, praticamente, instancabile. Nel 2012 è di nuovo sul set come regista e interprete di “Posti in piedi in paradiso”, con Favino, Giallini e Micaela Ramazzotti, ottenendo 3 nomination ai David di Donatello. Nel 2013, l’abbiamo visto ne “La grande bellezza” di Paolo Sorrentino, nei panni di Romano, mentre il suo ultimo successo al botteghino è stato “Sotto una buona stella”, con Paola Cortellesi, uscito nel 2014, che ha incassato più di 10 milioni di euro al botteghino. Dal 28 gennaio 2016, sarà di nuovo nelle nostre sale con la commedia “L’abbiamo fatta grossa”, di cui sarà di nuovo regista e interprete, accanto ad Antonio Albanese. Verone racconta la storia di Yuri Pelagatti (Albanese) attore di teatro che, traumatizzato dalla separazione, non riesce più a ricordare le battute. Si rivolge, quindi, ad Arturo Merlino (Verdone), un investigatore, per far pedinare sua moglie che, nel frattempo, ha un altro uomo. Ma Merlino sbaglierà “pericolosamente” persona, e non gli resterà altro che fuggire con Yuri.