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Checco Zalone, Tolo Tolo e le polemiche su Immigrato: “Io non sono un razzista, pensarlo è stupido”

Checco Zalone, intervistato dal “Corriere della Sera”, dice la sua dopo le numerose critiche arrivate per “Immigrato”, la canzone che ha aperto la strada alla promozione del suo ultimo film, “Tolo Tolo”, dal 1 gennaio 2020 nelle sale italiane: “Purtroppo non si può dire più nulla e pensare che io sia razzista è semplicemente stupido”. Poi scherza: “Chiedo scusa ai calabresi, nel film c’è una battuta terribile su Vibo Valentia”.
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Checco Zalone rivela per la prima volta il suo pensiero al "Corriere della Sera" dopo le numerose critiche arrivate per "Immigrato", la canzone che ha aperto la strada alla promozione del suo ultimo film, "Tolo Tolo", dal 1 gennaio 2020 nelle sale italiane: "Purtroppo non si può dire più nulla". E fa il punto sulla sua carriera, sulle imitazioni che nel corso degli anni ha proposto: "Oggi se riproponessi la mia imitazione di Giuliano Sangiorgi, mi arresterebbero". E che dire delle tante parodie sugli "uomini-sessuali": "Oggi non potrei più scherzare come prima". Zalone non ha mai schernito, in quelle parodie, gli omossessuali ma quelli che lo facevano: "È evidente, ma forse non a tutti. L'unica cosa atroce è la psicosi del politicamente corretto". 

Le parole di Checco Zalone

L'intervista di Checco Zalone, a firma di Aldo Cazzullo, è tutta sulle sue origini e sulle polemiche scaturite per la canzone "Immigrato". E su come sorprenda per certi versi la reazione di un pubblico che ha sempre conosciuto la cifra stilistica di Zalone che ribatte:

Pensare che io sia razzista è stupido. Non sono razzista nemmeno nei confronti dei salentini, che per noi baresi sono i veri terroni. E neppure con i foggiani, anche se molti di loro si sono risentiti per una canzone che ho cantato da Fiorello, "La nostalgie du bidet"[…] Chiedo scusa anche ai calabresi. Nel film c'è una battuta terribile su Vibo Valentia. […] Io di sinistra? Questo è troppo, ora mi arrabbio davvero.

Cosa vuol dire Tolo Tolo

"Tolo Tolo" vuol dire "Solo Solo". Checco Zalone lo racconta così ai colleghi del Corsera: "È la storia di un italiano che scappa in Africa, inseguito dai debiti". Non ha nessuna pretesa nel voler cambiare il sentimento degli italiani verso i migranti, spiega Zalone:

Non cambierà nulla, né ho questa ambizione. Però è stato un’esperienza straordinaria. Abbiamo girato in Kenya, in Marocco, a Malta, dove abbiamo ricreato i campi di detenzione libici. Venti settimane di lavoro durissimo.

L'amicizia con Antonio Cassano

Sulla psicosi da "politicamente corretto", geniale il passaggio su Antonio Cassano e il suo senso dell'umorismo. Il genietto di "Bari Vecchia" è un grande amico di Checco Zalone:

Ogni tanto ci sentiamo. Ha un senso dell’umorismo totale. Un pomeriggio mi chiama sul telefonino al mare. Sto facendo il bagno, e al mio posto risponde Gennaro Nunziante. “Ricchione!” comincia Cassano. E l’altro, paziente: “Non sono Checco, sono Gennaro Nunziante, il suo regista…”. “E si’ ricchione pure tu!”».

Quando esce Tolo Tolo

"Tolo Tolo" è il primo film in cui Checco Zalone è anche il regista. Il lavoro ha richiesto due anni tra scrittura e progettazione, compresi nove mesi di riprese. Sarà nei cinema a partire dal 1 gennaio 2020 e il successo appare scontato.

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